Solo Toninelli non conosce i vantaggi conquistati dall’Italia con il sistema Tav
dall’on. Sante Perticaro riceviamo e volentieri pubblichiamo
Sul sistema Tav mettiamo subito in chiaro una cosa.
Nessuna analisi costi-benefici supporterà mai la convenienza economica di quel “moncherino” che si chiama Torino-Lione.
Il problema, per dirla tutta la verità, non è mai stato questo e Toninelli (da dilettante allo sbaraglio, come tutto il M5S) ha sbagliato non poco a cadere nelle trappole che l’incanutito Professor Marco Ponti (un veneziano, che chi vi scrive conosce bene) va sotterrando, dalla notte dei tempi, per ogni dove. Ripercorriamo rapidamente la storia del Sistema Europeo di Alta Velocità Ferroviaria, oggi TAV. Ebbene, inizialmente esso doveva transitare – con il beneplacito di Francia e Germania – ben al di sopra delle nostre teste, tagliando fuori la Penisola: se non altro per togliere di mezzo infinite polemiche tuttologiche.
Quali?
Non si volle isolare l’Italia
Posto che il problema progettuale era quello di costruire un continuo, fluido, sistema ferroviario (più per la movimentazione delle persone che delle merci), i due Paesi convenivano che esso avrebbe raggiunto una maggior scorrevolezza transitando per le pianure di Francia e Germania, in larga misura pianeggianti. Così, per esempio, un turista teutonico avrebbe potuto raggiungere la Costa Azzurra impiegando la metà del tempo che allora era necessario. Intuendo subito anche questo pensierino economico malevolo (c’erano anche altre considerazioni, ma ci fermiamo a questa), i governi italiani di allora – con incredibile, largo, quasi unanime, consenso (una chimera, oggi) – convennero che “no”, quel sistema avrebbe tagliato fuori l’Italia e si adoperarono, anima e corpo, per “tirare giù” quella cintura: al di sotto delle Alpi.
La posta in gioco
Ecco da dove nasce il “moncherino” Torino (da Milano-Roma) e Lione (da Parigi). Due piccole e belle città, non c’è dubbio alcuno, piene di storia: ma che di quel Sistema significano solo le rappresentanze nazionali. Per significare che Italia e Francia sono presenti. Inoltre, l’Italia è riuscita – una volta entrata a far parte del sistema “grande” – a far cofinanziare una sostanziosa “giarrettiera”, quella che porta giù fino a Roma.
Per cui la nostra nazione (sempre con il prof. Marco Ponti testardamente contrario), finalmente, riuscì a rendere ancor più produttivo il Treno ad Alta Velocità. Questa è sempre stata la posta in gioco, che solo gli ignoranti (il Ministro Toninelli) o i conoscenti ostinatamente contrari (il prof. Ponti) non capiscono.
I numeri? Uno più uno fa due.