Che beffa! «La giunta privilegia i rom»: sarebbero già 80 gli alloggi assegnati a loro

16 Mag 2019 14:24 - di Redazione

I rom fanno le valigie pronti al trasferimento nelle case popolari assegnate loro dal Campidoglio: e la beffa è che solo ieri, la Commissione europea puntava l’indice contro la Regione Lazio insistendo (pure) per l’assegnazione delle case ai rom. Come dire, oltre al danno, anche la beffa: stando infatti a quanto riferito e argomentato in queste ore dal quotidiano il Tempo  ripreso tra gli altri dal sito de Il Giornale, non solo i traslochi delle famiglie rom ci sono già stati e ce ne sono molti altri sul punto di essere eseguiti, ma sarebbero stati secretati per evitare altre rivolte come quella di Casal Bruciato…

Roma, 80 case sarebbero già state assegnate ai rom: “Il Tempo” denuncia la beffa

Il danno e la beffa, insomma, quantificabile – secondo quanti registrato dal quotidiano capitolino – in ben ottocento case popolari pronte per essere assegnate alle famiglie rom. Un argomento tabù in Campidoglio, specie dopo i disordini e la rabbia esplosi a Casal Bruciato, che procede nel più assoluto riserbo: un silenzio rotto dal servizio de Il Tempo, secondo le cui indiscrezioni pubblicate nero su bianco, sarebbero già «80» gli appartamenti «già assegnati»: e come sottolinea Il Giornale riprendendo Il tempo, «il 10%” delle case popolari, che il Comune ha deciso di assegnare ai nomadi, facendoli schizzare ai primi posti nelle graduatorie. Certo non sono numeri ufficiali, perché nessuno, in Campidoglio, ha interesse a tirarli fuori per scatenare altre rivolte. Ma sarebbero dati certi».

Case popolare, monta la protesta: «La giunta privilegia i rom nelle graduatorie»

Come a dire, insomma, che non solo i traslochi che ci sono già stati sarebbero decine, ma anche che il trend proseguirà nei prossimi mesi e sempre secondo le stesse, silenziose, procedure. già, perché dopo il fallimento del bonus rimpatrio lanciato dalla Raggi e culminato nel più assoluto, beffardo insuccesso– con famiglie che intascavano il bonifico per tornare a casa e poi rientravano nel giro di breve in Italia – ora l’obiettivo principe è ottemperare alle scadenze del Piano di superamento dei campi nomadi messo a punto dalla giunta della sindaca grillina e che prevede, guarda un po’, entro il 2020, la chiusura di alcuni dei principali insediamenti abusivi capitolini: quelli, per intenderci, del calibro dei popolosissimi campi rom de La Barbuta e la Monachina. Ma, anche su questo, il riserbo è massimo: tacciono, al momento, come sottolineato dal quotidiano milanese diretto da Sallusti, «il direttore del dipartimento Patrimonio delle Politiche abitative di Roma Capitale, Aldo Barletta, interpellato dallo stesso quotidiano» (Il Tempo ndr); non si pronunciano meno che mai i comandi dei vigili urbani, ancora impegnati a presidiare la zona di Casal Bruciato, tacciono tutti insomma, meno che i romani, specie quelli in attesa da sempre di un alloggio popolare che, con quel filo di voce che ancora resta per protestare, denunciano di sentirsi gabbati da una giunta che, come scrivono i quotidiani sopra citati, «privilegia i rom nelle graduatorie»

 

Commenti

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  • Laura Prosperini 16 Maggio 2019

    E’ una vergogna insopportabile! con tanti italiani in difficoltà i cui avi parenti ed affini da decenni sono qui a partecipare con sacrificio alla Nazione
    e questi apolidi vengono prima???? ma quale concetti perversi hanno in testa i pentastallati????