Ricominciano valzer e liti. Conte, Salvini e Di Maio stavolta litigano sulla Flat Tax
Con la nuova settimana, ricominciano le chiacchiere. Stavolta la maggioranza di governo litiga sulle tasse.
Come se governasse con il centrodestra anziché con un alleato che odia la crescita come i grillini, Matteo Salvini rilancia la flat tax. Ma si mettono di traverso sia il premier Giuseppe Conte che il solito Luigi Di Maio. Incredibilmente spalleggiati dal ministero dell’economia di Giovanni Tria, che quantifica in una cifra spropositata, una sessantina di miliardi, il costo di un’eventuale Flat Tax.
Caos sui numeri delle tasse
Salvini si arrabbia e non poco. E stavolta è lui a sventolare il contratto di governo. L’aliquota della tassa piatta familiare sarebbe del 15%, solo però se la somma dei redditi del nucleo è inferiore a 80 mila euro. Da questa soglia in su l’ aliquota sale al 20. La novità, annunciata dall’ ideologo della Flat tax, il sottosegretario leghista alle Infrastrutture Armando Siri, è che prima dell’ entrata in vigore del regime fiscale diversificato potrebbe venirne introdotto uno intermedio che consenta di pagare il 15% di tasse a tutte le famiglie (ma anche ai conviventi regolarizzati), che hanno un reddito complessivo sotto ai 50mila euro.
Fdi: “Iniziare dai redditi incrementali”
Più facile allora raccogliere invece la proposta di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia sulla tassazione al 15% dei redditi incrementali rispetto all’anno precedente. Sarebbe un primo concreto segnale di svolta.
Dalle parti di Tria però non ci sentono. «Anche laddove si dovesse fissare la soglia dei 50mila euro» dicono i tecnici dell’economia «staremmo su un costo intorno ai 25 miliardi». Invece, la Flat tax a due aliquote avrebbe un costo di 59,3 miliardi. «Non ho mai visto questa simulazione» ha detto il sottosegretario Siri a Libero. Il premier Conte invita a frenare, mentre Di Maio invita a non fare “promesse alla Berlusconi“. La telenovela ricomincia. Anche perché Salvini ha iniziato di nuovo a bombardare sul tema di buon mattino: “I numeri del ministero sono strampalati”. “Annamo bene”, direbbe la mitica sora Lella.