Maurizio Gasparri*: Dalle idee all’azione, la politica di Giuseppe Tatarella

8 Feb 2019 6:03 - di Redazione

Tatarella aveva in mente il centrodestra ben prima che prendesse corpo nella tumultuosa fase 1993-’94, di cui fu uno dei protagonisti. La politica proposta da Tatarella si inserisce in quel filone che non era riuscito ad avere gli auspicati sviluppi. All’inizio degli anni ’50, nell’occasione delle comunali di Roma, Sturzo tentò di formare un listone che vedesse uniti i democristiani, i monarchici, i liberali e i missini, tutti coloro, in pratica, che si opponevano ai comunisti, allora ancora di obbedienza stalinista. Ma la lucida intuizione di Don Sturzo fu ostacolata da Montini e da De Gasperi e non ebbe seguito.
Le politiche aperturiste di Michelini, a lungo segretario del MSI, culminarono, nel 1960 con l’appoggio esterno missino al governo Tambroni, ma lì si fermarono, perché la rivolta di piazza, orchestrata dal PCI, stroncò la vita di quel governo. Giorgio Almirante propose con la Destra Nazionale prima, con la Costituente di Destra poi, una linea “aperturista”. I tempi non erano maturi e si arrivò addirittura a scissioni. Il congresso di Sorrento, il passaggio generazionale che Tatarella concepì ancor prima dello stesso Almirante (che alla fine lo suggellò con il suo consenso), la tumultuosa fase di Tangentopoli che determinò il tracollo dei partiti tradizionalmente prevalenti, favorirono la crescita del consenso a destra e imposero un processo di trasformazione. Fu Tatarella più di chiunque altro a volere la svolta di Alleanza Nazionale.  Questa volta, anche aiutatati dalla candidatura di Fini a sindaco di Roma, la svolta ci fu. Appena chiuse le urne delle comunali della Capitale partì la costituzione dei comitati per AN e si aprì una fase, non lunghissima, in cui l’MSI, con l’affiancamento di molti coraggiosi promotori di Alleanza Nazionale, si avviò verso un cammino di trasformazione. La svolta di Fiuggi, di cui il protagonista, l’ideologo, l’artefice vero fu Pinuccio Tatarella, suggellò questo cammino nel gennaio del ’95. Paradossalmente quel congresso si tenne mentre il primo governo Berlusconi, nato dopo la grande vittoria del marzo 1994, chiudeva i battenti tra lacerazioni, pressioni di ogni natura, ribaltoni che poi ebbero ulteriore seguito negli anni successivi.

Il ruolo di Berlusconi, inutile dirlo, fu determinante. Senza la sua discesa in campo non si sarebbe materializzata, finalmente, l’idea di centrodestra che uomini come Tatarella avevano invocato ben prima e per la quale avevano lavorato, andando a cercare le persone una ad una. Di questo era capace, tra le altre cose, Tatarella. Individuato un soggetto che riteneva utile al suo percorso, iniziava a discutere con lui, a ipotizzare iniziative comuni, a unire le sue potenzialità positive a quelle di altri. Lo ha fatto con pazienza con ciascuno di noi. Ma anche con determinazione, quando c’erano momenti di esitazione, quando il suo disegno non veniva compreso e seguito con la determinazione necessaria.

La morte di Tatarella è stata tragicamente decisiva per la interruzione di quel percorso. Con lui presente il tentativo dell’“elefantino” e la spaccatura polemica del centrodestra nelle elezioni europee del 1999, che seguirono di poche settimane la sua imprevista e drammatica scomparsa, non ci sarebbero state. I rapporti tra Fini e Berlusconi, che non erano mai stai idilliaci, peggiorarono costantemente nel corso degli anni, nonostante le rinnovate vittorie del 2001 e del 2008 che, in maniera ben più solida del ’94, portarono a governi durevoli di centrodestra. Il “ministro dell’Armonia” non c’era più. Altre persone che hanno tentato di emularne le gesta non sono riusciti ad avere la sua stessa efficacia.

* Senatore di Forza Italia

Testo tratto dal libro “Pinuccio Tatarella – passione e intelligenza al servizio dell’Italia”, edito da “Giubilei Regnani”. Link per l’acquisto del libro: http://www.giubileiregnani.com/libri/pinuccio-tatarella/

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