L’impegno e la militanza per vincere le prossime sfide della destra

5 Feb 2019 14:30 - di Carmelo Patarino

Su Libero Quotidiano.it del 3 ultimo scorso, come opportunamente riportato dal Secolo, il solito e più illuminato che mai Vittorio Feltri, dopo una sintetica ma lucidissima analisi della politica italiana, è passato ad esporre brevemente le ragioni per le quali – secondo le sue “informazioni riservate” –  alle elezioni vinceranno Salvini e Meloni. Il suo ragionamento “terra terra”, muovendo dai sondaggi  che «non sono il Vangelo, ma il termometro che misura la febbre popolare», la Lega di Salvini  alle elezioni europee potrebbe andare oltre il 34-35% dei voti. E, se ciò dovesse accadere, aggiunge Feltri, l’Italia si troverebbe con un partito che, in caso di elezioni politiche , avrebbe ottime possibilità di governare con una coalizione in “posizione maggioritaria”.

Della coalizione,  secondo i suoi  calcoli, non farebbe parte Forza Italia, partito in “costante calo” e con un leader. Berlusconi, un po’ frastornato, incerto e non più in grado di farsi amare”. Resterebbe, allora, escludendo categoricamente un nuovo accordo con il M5s, il partito di Giorgia Meloni. FdI, ultimamente, in continua crescita, viene oggi accreditato intorno al 5% e, fino alla primavera, quando si voterà, – sostiene Feltri – «non è assurdo che possa raggiungere il 7%».  Dunque, con una semplice addizione, egli spiega: 34% della Lega più 7% di FdI fa 41%, giusto la percentuale occorrente per impossessarsi dell’Esecutivo. E, cosi conclude: «Incoraggiamo madame a battersi per sfondare, lei e i leghisti accorpati ci darebbero la speranza di eliminare dalla nostra vita Di Maio e compagnucci, insopportabili e nefasti».

Io sono certo che l’appello di Feltri troverà larghissimo ascolto da parte degli italiani, soprattutto quelli di destra, e tra questi, in particolare i giovani. Tuttavia, in una fase così delicata, qual è quella che sta attraversando ora il nostro Paese, ciò che conta di più e che ancor più necessita non è tanto incoraggiare “madame” a battersi; Giorgia Meloni si batte da sempre, con assiduità e in maniera eccellente. Senza di lei, senza il suo impegno, senza la grande simpatia che suscita anche in ambienti non di destra, FdI non sarebbe quello che è, né potrebbe sperare di essere di più. Pertanto, per raggiungere quel 7%, è indispensabile che, da oggi fino al giorno delle elezioni, assieme a Giorgia Meloni, tutti i maggiorenti di FdI, a cominciare dai parlamentari, si considerino in stato di allerta, mobilitandosi, senza sosta, nei propri collegi elettorali, dando vita a iniziative intelligenti che abbiano la capacità di attrarre l’attenzione e di suscitare interesse ed entusiasmo tra le popolazioni che, dal Nord, al Centro e al Sud, sempre più scoraggiate e deluse hanno completamente perso la fiducia  nei confronti dei partiti e delle Istituzioni.

È altresì necessario che ciascun parlamentare si dichiari disposto, fin d’ora, a garantire il massimo impegno personale con candidature di servizio nelle liste europee. In tal modo, con l’autorevole concorso di tutti “a caccia” di consensi, non solo si assicurerebbe il raggiungimento di quell’auspicato 7% per mandare al Parlamento Europeo una nutrita rappresentanza di FdI, ma verrebbe riconosciuto ad ognuno di loro – in rapporto ai risultati elettorali ottenuti – il diritto di ambire alle posizioni di più alto prestigio, all’interno del partito e, ove fosse possibile, anche nelle Istituzioni. E, per di più, verrebbero smentite quelle cattive notizie, apparse mesi fa sui mass media, secondo le  quali onorevoli e senatori occuperebbero i banchi del Parlamento dopo aver pagato fior di cifre (che non possono assolutamente permettersi i comuni mortali, meno che mai i giovani) per accaparrarsi i posti più sicuri nelle liste. 

In conclusione, se non ci sarà un fortissimo impegno collettivo; se non saranno risvegliati passione ed entusiasmo; se non si recupererà il grande valore della militanza e dell’attivismo; se ancora si lascerà che tutto venga affidato  esclusivamente al sacrificio, all’attività frenetica ed instancabile di Giorgia Meloni e alla forza della sua immagine, sarà forse possibile superare  la soglia del 4%, ma temo possa essere più difficile raggiungere quel 7% sul quale ha voluto puntare coraggiosamente Feltri. In tale malaugurato caso, per noi di destra sarebbe un vero peccato, un’altra grande occasione mancata; e, per Vittorio Feltri una delusione che non merita affatto.

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