Catturato in Argentina narcotrafficante italiano: era tra i 100 latitanti più pericolosi

12 Dic 2018 17:06 - di Penelope Corrado

La Polizia di Stato martedì sera, a Buenos Aires, nei pressi del comprensorio Country Fincas de Iraola, in collaborazione con la polizia argentina, ha catturato Giancarlo Massidda, 61 anni, latitante inserito nell’elenco dei 100 più pericolosi, ricercato in campo internazionale perché deve espiare una pena di 23 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione per traffico di droga ed evasione.

Massidda era latitante dal 2010

Le indagini, avviate nel 2018 e svolte dal Servizio Centrale Operativo insieme alle Squadre Mobili di Latina e Roma, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, supportate del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, hanno permesso di localizzare e catturare il latitante nella capitale argentina, dove si era creato una nuova identità e viveva in un residence con una nuova famiglia.

Carichi di cocaina dal Sud America a Roma

Massidda è ritenuto il promotore di un sodalizio criminale attivo nel basso Lazio e dedito all’importazione di ingenti quantitativi di cocaina sul territorio nazionale. Arrestato nel 2002 nell’ambito dell’operazione Fenice 2002 per la detenzione di 2 kg di cocaina, conclusa nel 2004 con l’emissione di un’ordinanza restrittiva del Gip di Roma nei suoi confronti e di altre 5 persone, tra cui il figlio Simone, si è sottratto alla cattura dandosi alla latitanza durante l’esecuzione della misura.

L’operazione Minosse in Spagna

Nel 2007, a seguito dell’operazione denominata Minosse, riguardante un traffico internazionale di sostanze stupefacenti, Massidda, che era già latitante in campo internazionale, è stato arrestato a Cunit in Spagna dopo mirati approfondimenti investigativi svolti con la Polizia Spagnola. Dalla Spagna Massidda aveva continuato a gestire il traffico di cocaina dal sud America verso l’Italia. Dopo essere stato estradato in Italia, nel 2010 è nuovamente evaso dagli arresti domiciliari nel frattempo ottenuti.

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 13 Dicembre 2018

    Fategli scontare la pena in Argentina, o in Turchia