Pensioni, le novità su “quota 100”: spariscono l’Ape sociale e le penalità
Dopo il Def bisogna attendere la legge di Bilancio per valutare davvero le novità sulle pensioni. Il ministro Giovanni Tria sembra aver ceduto alle richieste di Lega e M5S che intendevano superare la Fornero puntando alla cosiddetta “quota 100”. Ma come si arriva a raggiungerla? In questi giorni si lavora come si legge sul Giornale, sui 62 anni di età e i 38 di contributi. Collezionare così tanti anni di versamenti pensionistici però non èmsemplice. Secondo le anticipazioni non sarà l’età a prevalere, ma i contributi. Questo significa che chi avesse superato i 62 anni (per esempio 64) per andare in pensione prima degli attuali 67 anni dovrà comunque attendere di raggiungere i 38 anni di contributi.
Su questo punto, anticipa il Corriere della Sera, pare che il governo intenda bloccare l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita, come previsto per ora. Questo significa che se anche una persona non riuscisse ad arrivare ai 38 anni di contributi per la “quota 100”, allora eviterebbe comunque i cinque mesi di aumento che erano già decisi e che avrebbero portato la soglia oltre i 67 anni. Resterebbero dunque gli attuali 66 anni e 7 mesi di età con 20 mesi di contributi, per la pensione di vecchiaia; oppure 42 anni e 10 mesi di contributi.
Rispetto all’Ape sociale istituita da Renzi, si legge ancora sul Giornale, questa riforma non dovrebbe avere costi per i pensionati. Non ci sarebbero infatti decurtazioni all’assegno in cambio di un addio al lavoro in anticipo. A confermarlo al Corriere è stato Claudio Durigon, della Lega, che ha allontanato dunque l’ipotesi di un taglio dell’1-1,5% di cui si era parlato in passato. Il costo ci sarà, invece, per lo Stato. Con la “quota 100” a 62 anni e 38 anni di contributi il governo sarà costretto a trovare tra gli 8 e gli 8,5 miliardi il primo anno e poi un miliardo in più dal prossimo anno. Questa operazione permetterebbe a circa 400mila lavoratori in più ad andare in pensione prima del previsto.
Una grande presa in giro. 38 anni di contributi e 62 anni di età?????, e chi ne ha 64 anni e 36 di contributi non potrà accedere alla pensione??. E questa sarebbe il superamento o l’abolizione della legge Fornero? Ditemi una cosa e chi 38 anni di contributi non li avrà mai perchè magari ha perso il posto di lavoro a 60 anni con 35 anni di contributi dovrà aspettare a 67 anni???? Ma per piacere e poi vengono a dire che 38 anni di contributi e 62 anni di età avrebbero un costo inferiore a 64+36. Balle. Diciamo che Di Maio per il reddito di cittadinanza ha concesso a Salvini la formula 62+38 perchè al Nord i lavoratori hanno iniziato a lavorare molto prima di quelli del Sud. Morale della favola la quota 100 dovrà tener conto di tutte le quote 62+38- 63+37- 64+36 e senza ulteriori paletti. Caso contrario la Fornero non sarà superata e la campagna elettorale di Salvini e Di Maio termina qui.
salve,mi piacerebbe capire se i 38 anni di contributi ,che secondo indiscrezioni …dovrebbero servire peer la ormai famosa quota cento…devono essere totalmente accreditati….versati…oppure per arrivare ai 38 anni si conteggiano anche CONTRIBUTI FIGURATIVI?(mobilità….cassa integrazione…maternità…ecc….
GRAZIE