Uccide l’ex compagna incinta a colpi d’ascia, saltandole sulla pancia
L’ha massacrata a colpi d’ascia, saltandole sulla pancia per assicurarsi di uccidere anche il bimbo che portava in grembo. Ora, a tre anni di distanza dal brutale omicidio, il trentottenne Brock Wall è stato condannato a due ergastoli. I fatti, riportati dal Daily Mail insieme alla sentenza, risalgono al febbraio 2015 quando a Varsity Lakes, sulla Gold Coast australiana, Wall ha assassinato in casa la ex fidanzata 34enne Fabiana Palhares con un’ascia tomahawk, arma tradizionale dei Nativi americani.
A chiedere aiuto prima di morire, la stessa Fabiana. L’uomo, un falegname, era quindi stato arrestato a pochi isolati dall’appartamento completamente ricoperto di sangue, accusato di omicidio e di aver violato un ordine restrittivo per violenza domestica. Due giorni più tardi, spiega ancora il Mail Online, con la scoperta della gravidanza della vittima Wall è stato quindi accusato anche di assalto a donna incinta.
La coppia, spiega il quotidiano, si era conosciuta nell’ottobre del 2014 e la donna era rimasta incinta poche settimane più tardi. Wall tuttavia aveva quasi immediatamente assunto comportamenti minatori e violenti nei confronti della donna, che avevano portato alla rottura fra i due e a ben due ordini restrittivi nei suoi confronti, poi violati. Ossessionato dalla gelosia, Wall accusava inoltre Fabiana di tradirlo ripetutamente, arrivando a mettere in dubbio la paternità del piccolo in grembo e chiedendole quindi di abortire. Cinque giorni prima dell’omicidio, l’assassino aveva inoltre confessato ai colleghi l’intenzione di ammazzare la ex. “Potrei darle per primo un pugno nel fegato”, aveva aggiunto.
Cinque giorni più tardi, spiega il Daily Mail, il brutale omicidio come annunciato: dopo essersi recato in casa della ex, Wall l’aveva aggredita, picchiandola fino allo svenimento. L’uomo le era poi saltato sullo stomaco in modo talmente violento da lasciarle lividi delle stesse dimensioni della suola delle scarpe con cui l’aveva calpestata. Alla donna erano stati quindi fratturati viso e cranio a colpi d’ascia. La signora Palhares, ancora viva dopo aver lanciato l’allarme, era stata quindi trasportata d’urgenza in ospedale, ma le condizioni critiche si erano aggravate rapidamente e la donna era morta poco dopo.
Lunedì scorso, a distanza di tre anni dai fatti, Wall è stato quindi condannato dalla Corte Suprema di Brisbane per l’omicidio. L’assassino dovrà scontare almeno 20 anni in carcere senza poter richiedere la libertà vigilata. In prigione dal 2015, all’uomo restano ancora 16 anni e mezzo da scontare. Wall si è dichiarato colpevole pochi giorni prima di essere processato e ha chiesto scusa per quanto accaduto.