Sos sanità, le Regioni sono poco trasparenti sulle liste d’attesa
Regioni poco trasparenti sui tempi d’attesa per visite e esami medici. Sono solo 5, infatti, le amministrazioni regionali che rendono pubblici i loro dati. A dare ai propri cittadini informazioni in merito sono Basilicata, Emilia Romagna e Lazio seguite da Valle d’Aosta e provincia autonoma di Bolzano. La maglia nera spetta invece a Campania, Molise e Toscana secondo il monitoraggio indipendente sulla rendicontazione pubblica dei tempi di attesa da parte di regioni e province autonome realizzato dalla Fondazione Gimbe e che delinea un scenario (come ormai divenuto abituale in sanità) a macchia di leopardo. Eppure le indicazioni e il quadro normativo richiederebbero altro. La Fondazione Gimbe ricorda infatti, in una nota, come il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa (Pngla) 2010-2012, approvato con l’Intesa Stato-Regioni del 28 ottobre 2010, abbia definito «58 prestazioni tra visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici per cui Asl ed ospedali devono indicare i tempi massimi di attesa. In seguito al ricevimento del Piano nazionale, a Regioni e Province autonome spettava di pubblicare il loro Piano regionale di governo delle liste d’attesa ed, entro 60 giorni, ogni Azienda sanitaria era tenuta ad adottare il proprio programma attuativo, garantendone adeguata diffusione ai cittadini». Ma secondo i risultati preliminari dello studio Gimbe la trasparenza sui tempi di attesa, di fatto prevista per legge, rimane in larga parte disattesa da Regioni e Province autonome. «Accanto ad alcuni sistemi avanzati di rendicontazione che permettono di conoscere in tempo reale i tempi per ciascuna prestazione in tutte le aziende sanitarie, vi sono persino Regioni che non rendono disponibile alcun dato, nonostante qualcuna sia in pole position nella classifica degli adempimenti Lea”, spiega la nota. «Le analisi dell’Osservatorio Gimbe – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – dimostrano che, a parte la rilevazione effettuata da Agenas nel 2010, non è disponibile alcun monitoraggio nazionale aggiornato sui recepimenti regionali del Piano nazionale, sulla redazione dei piani aziendali, né tantomeno sulla rendicontazione pubblica dei tempi di attesa, oggetto solo di indagini a campione effettuati da varie organizzazioni: Crea Sanità, Censis, Cittadinanzattiva, Eurispes. Ed è per questo che abbiamo deciso di finanziare con la borsa di studio “Gioacchino Cartabellotta” lo studio Governance delle liste d’attesa: analisi recepimenti regionali del Pngla e valutazione dei piani attuativi aziendali».