Pensioni, le intenzioni del governo: da “quota 100” all’Ape, cosa cambia

7 Giu 2018 11:33 - di Milena De Sanctis

La riforma delle pensioni è già allo studio del governo Lega Cinquestelle. «Con la quota 100 smonteremo la legge Fornero pezzo per pezzo», garantisce Salvini. Ecco alcuni esempi, come riporta il Messaggero, di chi potrebbe guadagnarci o chi perderci nel 2019 rispetto alla situazione attuale:

Impiegato pubblico nato nel gennaio 1955 che lavora dall’82. Potrebbe andare in pensione nel gennaio 2019, a 64 anni con 37 anni di contributi. Con le regole attuali resterebbe invece al lavoro fino al 2022, uscendo dopo i 67 anni di età dato che dovrebbe esserci un nuovo scatto per l’aspettativa di vita.

Donna ora disoccupata nata nel gennaio 1956 che ha lavorato dal 1985 al 2015. Se l’Ape social continuasse nel 2019 potrebbe chiedere a 63 anni e 5 mesi di avere il sussidio dato che è ha esaurito da oltre tre mesi la Naspi, è disoccupata e ha almeno 30 anni di contributi. Le madri, al momento, hanno poi un maggiore “sconto” sui contributi per ogni figlio: un anno per figlio con un massimo di due anni. Con le nuove regole in arrivo, non avendo i contributi necessari alla quota 100 potrebbe dover aspettare – se non ci sarà una clausola di salvaguardia ad hoc – i 67 anni andando quindi nel 2023 (a questo andrà aggiunta la nuova aspettativa di vita nel 2021 e nel 2023).

Lavoratore precoce nato all’inizio del 1960 che lavora dal 1978 con lunghi periodi di cassa integrazione, impegnato in attività gravose. Con le regole attuali uscirebbe nel 2019 con 41 anni e cinque mesi di contributi (l’anno prossimo scatta l’aumento di cinque mesi legato all’aspettativa di vita). Con le nuove regole dai 41 anni e mezzo di contributi necessari verrebbero esclusi alcuni anni di contributi figurativi previsti dalle regole sulla cassa integrazione e dovrebbe aspettare di avere 43 anni e tre mesi di contributi e uscire con la pensione anticipata.

Lavoratore nato nel 1956 impiegato in una grande azienda dal 1978 senza aver mai avuto periodi di contribuzione figurativa. Con le nuove regole andrebbe in pensione nel 2019 con 41 anni e mezzo di contributi. Con le regole attuale dovrebbe aspettare di raggiungere almeno i 43 anni e tre mesi di contributi uscendo nel 2021 (e subendo probabilmente un nuovo aumento dell’aspettativa di vita).

Pensionato d’oro. Se scattano i tagli alle pensioni superiori ai 5.000 euro netti (circa 8.500 euro lordi) per la parte del trattamento non legata ai contributi versati ci perde circa il 5-6% dell’assegno. Ma se in contemporanea viene introdotta la flat tax facendo parte della fascia reddituale più alta ci guadagna comunque con un vantaggio che potrebbe superare il 28% dell’importo netto attuale.

Commenti

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  • silvio 17 Giugno 2018

    Mi ero illuso di andare in pensione a 63 anni con 36 di lavoro gravoso ma con il paletto dei 64 anni di età minima mi allungherebbero le pene di un altro anno. Se così fosse non avranno mai più il mio voto

  • Lorenzo Intini 8 Giugno 2018

    E per i disoccupati che hanno più di 63 anni cosa cambia?

  • Grazia 8 Giugno 2018

    RICORDO agli attuali politici che la quota 100 della campagna elettorale era senza vincoli ai limiti di età e contributi, speriamo che si ravvedano, altrimenti poco cambia.

  • giovanni 8 Giugno 2018

    E per i lavoratori del settore privato che hanno oltre 64 anni e 36 di contributi (di cui 1 anno figurativi) e sono nati nel 1953?

  • giovanni 7 Giugno 2018

    Per le donne bastano età 62 anni e 38 anni di contributi. Penso sia la cosa più logica, visto il loro esorbitante “carico di lavoro” fuori dall’impiego.

    • enzo 11 Giugno 2018

      età 62 e 38 anni di contributi per tutti la cosa piu giusta ed egua. per gli invalidi civili rivedere percentuale dal 74 per cento al 67

  • Serenella 7 Giugno 2018

    In campagna elettorare non si parlava dei 64 anni di età per avere la quota 100 e si parlava di 41 anni di contributi e non di 41 e 6 mesi. Mi sa che i politici sono tutti uguali…. durante la campagna elettorale promettono tante cose che poi nei fatti sono altre. E noi poveri illusi a crederci e votarli…….

  • Matteo 7 Giugno 2018

    Il paletto dei 64 anni d’età è alto, andrebbe rivisto al ribasso di 1 o 2 anni, ovvero lasciare quota 41 senza appesantirla dei 5/6 mesi di cui si parla, del resto in campagna elettorale si è sempre e solo parlato di quota 100 e quota 41, senza alcun riferimento a vincoli di qualsiasi genere. Capisco invece il voler limitare gli anni di contributi figurativi ad un massimo di 2/3

  • Alfonsa 7 Giugno 2018

    C’è molta confusione,le cose ancora non sono chiare. La quota 100 ha messo un paletto sull’etaà ? ossia bisogna avere 64 anni e 36 di contributi? la quota 41 e 6 mesi verrà applicata ? E se è si ci saranno penalizzazioni? Cmq quello che si era detto in campagna elettorale non sta avendo riscontro,spero che aggiustino il tiro,altrimenti che delusione Senatore Salvini

  • Laura Prosperini 7 Giugno 2018

    mah… qualche dubbio, se così fosse.
    Possibile un effettivo piccolo alleggerimento con la possibilità di andare in pensione due/tre anni prima (non è certo la grande rivoluzione attesa)
    eppoi, possibile che chi ha le c.d. pensioni d’oro (conosco un ex dip.b.d’italia che è andato in pensione a 60anni con 8.500,00 euro di pensione! (tra l’altro radical chic) che, per la flat tax avrà un incremento della pensione!!!
    Non è certo la riforma che, da anni, FDI voleva attuare.