Gemelline siamesi separate al Bambin Gesù: la nuova vita fuori dalla terapia intensiva

21 Dic 2017 16:36 - di Redazione

Operate e separate grazie a un nuovo, eccezionale intervento, realizzato lo scorso 30 novembre all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, le due gemelline siamesi Francine e Adrienne, provenienti dal Burundi, sono uscite oggi dal reparto di terapia intensiva e sono state trasferite in quello di neonatologia: per loro inizia oggi una nuova vita, una vita indipendente in cui conoscersi e guardarsi negli occhi.

Le gemelline siamesi escono dalla terapia intensiva

Le piccole, posizionate schiena contro schiena, erano unite per la zona sacrale (gemelle pigopaghe) e condividevano il midollo spinale e la parte terminale dell’intestino ano-retto. L’intervento di separazione è durato 12 ore e si è concluso con successo, fanno sapere oggi i sanitari. In camera operatoria per la maratona chirurgica si sono alternate 4 diverse équipe per un totale di circa 25 persone, coordinate da Pietro Bagolan, direttore del Dipartimento di Neonatologia medica e chirurgica. Le piccole, dopo un periodo in terapia intensiva per i controlli post-operatori, sono ora tornate nella loro cameretta in Neonatologia, e la vigilia dell’Epifania festeggeranno 7 mesi di vita. Per l’ospedale è il secondo caso di separazione di gemelle siamesi a distanza di poche settimane. È dell’ottobre scorso, infatti, l’altro intervento, quello su Rayenne e Djihene, le piccole algerine unite per il torace e per l’addome. L’unica altra operazione di questo tipo al Bambino Gesù risale all’inizio degli anni ’80, su due gemellini maschi. Il percorso clinico e chirurgico delle neonate burundesi rientra nell’ambito delle attività umanitarie dell’Ospedale pediatrico della Santa Sede. Negli ultimi 2 anni i casi pro bono (interamente a carico del Bambino Gesù) sono stati circa 100, provenienti dai Paesi di tutto il mondo.

Quattro diverse équipe per 12 ore di intervento

La preparazione all’intervento molto delicato, a cui hanno lavorato medici e specialisti di 5 diverse aree (Neonatologia, Chirurgia plastica, Neurochirurgia, Anestesiologia e Rianimazione, Diagnostica per immagini) è durata 3 mesi e ogni fase è stata studiata e pianificata con l’ausilio di stampe 3D, Tac e risonanze tridimensionali. Le neonate avevano in comune il midollo spinale, che correva dall’una all’altra senza interruzione, formando una sorta di V all’interno delle vertebre; il sacco durale (la membrana che riveste il midollo); la parte terminale dell’intestino retto, l’ano e lo sfintere. Tutte queste parti congiunte sono state separate e poi ricostruite dai vari team secondo programma e tempi prestabiliti: i neonatologi hanno iniziato separando ano, retto e sfintere, quindi è stato il momento dei neurochirurghi per la separazione e l’immediata ricostruzione del midollo spinale e del sacco durale. Successivamente, in due diverse sale operatorie, i chirurghi neonatologi hanno ricostruito l’area sacrale di ciascuna gemella. I chirurghi plastici hanno terminato la complessa procedura occupandosi del ripristino e della chiusura dei tessuti.

 

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