Raggi, chiesto il processo per falso e l’archiviazione per abuso d’ufficio

28 Set 2017 13:03 - di Paolo Lami

Arriva la richiesta di rinvio a giudizio per la sindaca della Capitale Virginia Raggi accusata dalla Procura di Roma di falso in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello del suo ex-braccio destro Raffaele Marra, all’incarico di capo dipartimento per il Turismo.

Sono stati i pm capitolini, titolari del fascicolo, ad aver chiesto al giudice il rinvio a giudizio per la sindaca per il reato di falso avanzando, contestualmente, richiesta di archiviazione in relazione all’accusa di abuso di ufficio per la nomina di Salvatore Romeo a capo della segreteria. Stessa richiesta di archiviazione è stata sollecitata anche per Romeo.

A Virginia Raggi i pm contestano il falso documentale senza l’aggravante prevista dall’articolo 61 numero 2 del codice penale, di aver commesso il reato per eseguirne o occultarne un altro, ovvero
l’abuso di ufficio per il quale è stata chiesta l’archiviazione.

«Dopo mesi di fango, caduta l’accusa di abuso. Ora i media chiedano scusa – reagisce a caldo Virginia Raggi dicendosi fiduciosa nella magistratura – presto chiarezza anche su abuso di falso».
Grillo e Casaleggio si schierano con la sindaca di Roma: «Bene l’archiviazione sull’abuso d’ufficio».

«Apprendo con soddisfazione che, dopo mesi di fango mediatico su di me e sul MoVimento 5 Stelle, la Procura di Roma ha deciso di far cadere le accuse di abuso d’ufficio. Secondo i pm di Roma ho rispettato la legge nella scelta del capo della segreteria politica e del Dirigente al dipartimento Turismo ed è stata chiesta l’archiviazione per ambedue le ipotesi di reato», scrive  sul suo profilo Facebook la sindaca di Roma Virginia Raggi sulla richiesta della Procura.

«Per la Procura ho seguito tutte le norme – prosegue Raggi -. Non ci sarebbe mai stata alcuna promozione che non doveva essere fatta come volevano far credere Pd e destra. Non avrei commesso alcun reato per la nomina di Salvatore Romeo: non c’è mai stato alcun ingiusto aumento dello stipendio. Un’accusa infamante riportata per mesi dai giornali e cavalcata dall’opposizione nel tentativo di screditare me e il MoVimento 5 Stelle. Così come non ci sarebbe alcun abuso nella nomina di Renato Marra».

«Lo ripeto: ritengo di aver agito secondo la legge – sottolinea Virginia Raggi – Dopo mesi di indagine, lo attesta la stessa magistratura inquirente. Per mesi i media mi hanno fatta passare per una criminale, ora devono chiedere scusa a me e ai cittadini romani». «Sono convinta – aggiunge – che presto sarà fatta chiarezza anche sull’accusa di falso ideologico. Abbiamo sempre avuto grande fiducia nella magistratura e continueremo ad averne».

Dal canto loro i dem, per bocca di Orfini, sposano, ora, una linea garantista: «noi garantisti anche con gli avversari».

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