Epidemia di colera in Nigeria, allarme per i migranti in arrivo anche in Italia

8 Set 2017 17:32 - di Robert Perdicchi

L’Unicef è sempre più preoccupato per la salute e il benessere di 1,4 milioni di persone sfollate – compresi 350.000 bambini sotto i 5 anni – nel nord est della Nigeria, che vivono in zone ad elevato rischio di colera. «L’epidemia è scoppiata mentre le continue violenze e le azioni militari contro i ribelli nella regione hanno causato lo sfollamento di oltre 1,7 milioni di persone e ne hanno lasciate oltre 3,6 milioni senza adeguato accesso a servizi idrici di base», si legge in una nota. «Si stima – spiega Unicef – che 28 persone siano morte per colera, mentre 837 sono sospettate di esser state contagiate dalla malattia, compresi almeno 145 bambini sotto i 5 anni. L’epidemia è stata identificata per la prima volta al campo per sfollati di Muna Garage a Maidugiri, capitale dello Stato del Borno nella Nigeria Nordorientale. L’epidemia si è diffusa rapidamente in altre 6 zone in tutto lo stato». C’è allarme, ovviamente, anche per il possibile arrivo in Italia di migranti portatori del virus. diffuso anche tra i minori. C’è bisogno di aiuti umanitari e medici, immediatamente.

«Il colera per i bambini piccoli è sempre difficile da sopportare, ma diventa una lotta per la sopravvivenza quando la capacità di ripresa è già indebolita da malnutrizione, malaria e altre malattie legate all’acqua», ha detto Pernille Ironside, vice direttore Unicef in Nigeria. «Il colera è un’altra minaccia fra le tante che i bambini nel nord est della Nigeria stanno combattendo per sopravvivere». Mentre si fanno sentire gli effetti delle piogge, l’Unicef ha anche ampliato i suoi programmi per la nutrizione e per la salute dei bambini nei tre stati del nordest della Nigeria maggiormente colpiti dal conflitto. Fino ad ora quest’anno, Unicef, come fa sapere, “ha curato oltre 110 mila bambini che soffrono di malnutrizione acuta grave, distribuito circa 120 mila zanzariere e fornito servizi sanitari di base di emergenza a oltre 3 milioni di persone in questi stati. La risposta continua nonostante le accresciute preoccupazioni per la sicurezza, un accesso ridotto a causa delle inondazioni e un sistema sanitario fortemente danneggiato”. «Anche di fronte a un’epidemia mortale di colera, il settore dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari rimane gravemente sotto finanziato. Ad oggi, l’Unicef – spiega la nota – ha ricevuto solo il 49% dei fondi necessari per fornire a 2 milioni di persone accesso ad acqua pulita, uno degli interventi principali necessario a proteggere i bambini da malattie mortali legate all’acqua e a garantire un po’ di protezione contro la minaccia della malnutrizione».

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