Torino, sesso in carcere durante i colloqui: multa di 10mila euro a un albanese
Scandalo a luci rosse dietro le sbarre, a Torino. Un detenuto è stato sorpreso a consumare un rapporto sessuale davanti agli altri detenuti e ai loro parenti durante il colloquio con i familiari. A quanto riferisce l’Osapp, si tratta di un detenuto albanese di 25 anni in carcere a Torino per rapina, furto e altro, che intorno alle 16 di ieri è stato sorpreso da un agente penitenziario a fare sesso nell’area verde aperta riservata ai colloqui della struttura a custodia attenuata denominata Arcobaleno. Il detenuto è stato allontanato dal reparto e deferito all’Autorità Competente per atti osceni in luogo aperto al pubblico. ”Come Organizzazione Sindacale del Corpo di Polizia Penitenziaria – afferma il Segretario Generale dell’Osapp Leo Beneduci – non saremmo di per sé contrari che alcuni detenuti possano essere autorizzati ad intrattenere rapporti di tipo intimo con propri congiunti o con persone ad esse affettivamente legati, quali ed anche misure premiali riservate a soggetti che hanno dimostrato in maniera continua e provata concreto ravvedimento e la fattiva volontà per un produttivo rientro nella società civile, purché ciò avvenga in strutture idonee ed esterne al carcere, escluse qualsiasi osservazione e/o vigilanza da parte del personale di Polizia Penitenziaria”. Quell’incontro vietato costerà una multa di 10 mila euro ciascuno, al detenuto e alla fidanzata.
“Quanto accaduto a Torino – conclude Beneduci – più che un evento isolato rappresenta a nostro avviso l’ennesima falla del sistema penitenziario Italiano a cui peraltro non sarebbe estraneo una sorta di populismo al momento imperante presso il Ministero della Giustizia che per le carceri non troverebbe limiti nello stravolgimento del significato della pena detentiva e che privilegia sempre di più chi commette i reati rispetto a chi di tali reati è vittima. Anche su tali situazioni ribadiamo quindi la richiesta di un apposita Commissione Parlamentare che indaghi sulle attuali contraddizioni e sugli sprechi del sistema penitenziario Italiano nonché sulle condizioni di servizio di un personale di Polizia Penitenziaria costretta ad assistere a consimili storture della detenzione”.