«Non darò un euro per il terrorista ucciso Amri». Di Stefano sfida Sala

7 Ago 2017 15:10 - di Robert Perdicchi

Nessun dietrofront da parte di Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto San Giovanni, comune alle porte di Milano, sul rimborso chiesto dal sindaco di Milano Giuseppe Sala per le spese sostenute per trattenere in obitorio il corpo di Anis Amri, il killer del mercatino natalizio di Berlino, ucciso la notte del 23 dicembre scorso davanti alla stazione di Sesto San Giovanni. La famiglia del giovane, comunica oggi il sindaco, ha pagato le spese del rimpatrio della salma ma non quelle relative all’obitorio. «Ho già contattato alcuni parlamentari di Forza Italia per chiedere loro di presentare un’interrogazione al ministro degli Esteri, Angelino Afano, per far chiarezza sul caso del rimpatrio della salma del terrorista Anis Amri in Tunisia. In queste ore, infatti, autorevoli fonti giornalistiche -scrive Di Stefano- comunicano che il corpo del killer di Berlino è stato riconsegnato alla famiglia nel Paese d’origine e che la stessa ha versato una somma di denaro per risarcire le spese per la restituzione del corpo». In tutto ciò “resta ancora un punto da chiarire: al Comune di Sesto San Giovanni, nei giorni scorsi, è stata recapitata una fattura del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che chiede un risarcimento di 2160,18 euro, ovvero le spese riguardanti la permanenza, per oltre sei mesi, all’obitorio comunale di Milano. Ribadisco un concetto -sottolinea Di Stefano- non tirerò fuori neppure un euro dei soldi dei miei concittadini per pagare quella cifra e ho già rispedito al mittente quella fattura. Se vuole paghi lui».

Secondo i media tunisini, la famiglia di Amri, originaria di El Oueslatia, avrebbe pagato circa 11 mila dinari (equivalenti a 3.960 euro) per il rimpatrio e la consegna del cadavere che, dopo essere stato sottoposto alle pratiche medico-legali autoptiche presso un ospedale di Tunisi, sabato è stato seppellito nella città natale. «Nei giorni scorsi – aggiunge il sindaco Di Stefano – ho scritto anche al premier Gentiloni, oltre che al ministro Alfano, chiedendo loro di approfondire il caso ed eventualmente di farsi carico, di tasca propria, del pagamento di quanto richiesto dal sindaco Sala. Fra l’altro, la legge nazionale prevede che le spese post-mortem di una persona non reclamata siano a carico del Comune in cui la stessa è morta, ma in questo caso -conclude Roberto Di Stefano- anche dalle notizie di queste ore, mi pare che qualcuno abbia reclamato il defunto. In ogni caso l’ho detto in passato e lo ripeto oggi: qui stiamo parlando di un mostro e i sestesi, come mi auguro tutti gli italiani, non pagheranno nulla per lui». 

 

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