Scandalo a Treviso: corsi di sesso estremo nei locali della Diocesi
Avevano messo in calendario nei locali della Diocesi di Treviso corsi sadomaso per legare la partner seguendo la pratica erotica giapponese dello shibari. Quando i responsabili della Curia se ne sono accorti è scoppiata la polemica e nella città veneta le ironie si sono sprecate. È accaduto nel quartiere di San Nicolò e l’equivoco è nato dal fatto che i locali sono stati chiesti a scopo culturale. Il team di Nipponbashi, il festival dedicato alla cultura e all’arte giapponese organizzato nel primo week end di luglio, aveva proposto una collaborazione alla diocesi trevigiana. «Ci avevano prospettato degustazioni, sessioni di arte nipponica e incontri sulla cultura giapponese», fanno sapere i responsabili dei locali.
Shibari e sesso estremo: l’errore della Diocesi
E quella parolina, “shibari”, sembrava assolutamente innocente alle orecchie di religiosi e laici della Diocesi. Lo shibari, in realtà, è una pratica che consiste nel creare legature erotiche con corde sul corpo di una persona. Le sue origini sono da ritrovare nell’hojojutso, l’arte marziale che prevede l’utilizzo di corde per bloccare e immobilizzare l’avversario. Nel dopoguerra, lo shibari è invece diventata una pratica connotata chiaramente in senso erotico e sadomasochistico.
“Il sesso estremo non si concilia con la nostra pastorale”
«Noi avevamo messo a disposizione le nostre sale – ha spiegato Adriano Bordignon del Centro della Famiglia – per degli incontri sulla cultura giapponese, ma riteniamo che bondage e affini non siano attinenti con la nostra visione. Fuori da qualsiasi polemica diciamo che, pur volendo favorire le attività nel quartiere San Nicolò, l’attività proposta non era in linea con le nostre prospettive sull’affettività e la sessualità». Così il corso di sesso estremo giapponese è stato trasferito in fretta e furia dai locali della Diocesi a un più laico esercizio commerciale, chiuso la domenica.