Ius soli, l’Italia non sia una sala parto di tutto il mondo
Ius soli. All’inizio per convincerci, usarono un argomento che io stesso anni prima, avevo sostenuto (pur restando in minoranza) nel mio partito e cioè: se un bimbo nasce in Italia da genitori stranieri ma entrambi immigrati e quì residenti regolarmente da qualche tempo, ha diritto ad essere naturalizzato italiano dopo un ciclo scolastico (scuole elementari). Ma questo, forse ragionevole proposito, è risultato solo un chiavistello per introdurre tutta una serie di altre diverse modalità che finiscono per regalare la cittadinanza a stranieri di ogni età purché in possesso di un pezzo di carta, spesso facilmente falsificabile, che faccia figurare la semplice frequentazione (neanche il superamento) di un qualsivoglia corso parascolastico non statale di tipo cosiddetto professionale, dalla durata di soli tre anni.
In pratica una legge per fare da un lato, un potente “tam tam” affinché l’Italia sia la sala-parto dell’Africa (“puerpere clandestine di tutto il mondo unitevi e venite a partorire in Italia”) e dall’altro lato, una promessa agli stranieri di ogni cultura e religione, di ottenere senza sforzo il diritto di cittadinanza italiana ad ogni età. Magari per cancellare la nostra civiltà e farci imporre le loro usanze. Da parte nostra, faremo battaglia strenua. Lo sappiano tutti”.