Donald Trump sta sbagliando: l’Iran non è il nemico. Ecco perché

8 Giu 2017 14:23 - di Mario Aldo Stilton

Donald Trump ha sbagliato e sta sbagliando. Ha sbagliato e sta sbagliando sull’Iran e sul Medio Oriente. E lo diciamo noi che per lui abbiamo mostrato, sin da subito, simpatia e sostegno. Non sappiamo se trattasi di cattivi consigli o di mancata conoscenza o di mero calcolo politico. Quel che è certo è che Trump sta sbagliando tutto in quella regione. E anzitutto è sbagliato, clamorosamente sbagliato, indicare Teheran come incubatrice del terrorismo internazionale. Sbagliato, ancor di più, è schierarsi con l’Arabia Saudita che dell’Iran sciita è avversario da sempre. Proviamo a spiegarci con tre verità inconfutabili. Prima verità: il peggiore nemico dei tagliagole dell’Isis è l’Iran. Contro quella banda di assassini sunniti, sul campo di battaglia, combattono infatti le milizie sciite iraniane senza le quali né i curdi nè i russi né tanto meno gli americani riuscirebbero a prevalere. Seconda verità: il miglior amico dei tagliagole dell’Isis è l’Arabia Saudita che non è una democrazia e che, come è provato da anni, ha sempre finanziato e sostenuto l’autoproclamanto Califfo nero  al-Baghdadi. Terza verità: gli attentati che hanno insanguinato l’Occidente, dalle Torri gemelle del 2001 agli ultimi, orribili accoltellamenti di Londra, sono stati sempre e soltanto opera di criminali invasati sunniti. Mai uno di questi fatti di sangue è stato ideato e portato a termine da islamici sciiti. È un dato di fatto incontrovertibile: i terroristi che alimentano le nostre paure provengono sempre e solo dall’Islam sunnita. Ecco, se Donald Trump considerasse queste tre verità probabilmente sarebbe costretto a rivedere il suo atteggiamento e la sua politica in Medio Oriente. Ma, forse, non può. Forse anche lui, anche questo Trump Gianburrasca che così tanto ci è piaciuto in campagna elettorale e agli esordi della sua presidenza, ha dovuto chinarsi a poteri più forti e consolidati. A quanti magari gli hanno consigliato di tralasciare l’evidenza dei fatti (l’Iran potrebbe diventare un alleato decisivo nella lotta al terrore) e continuare a privilegiare gli interessi economici di alcune potenti lobby Usa (la vendita di armi a Riyad). Un errore grave dalle conseguenze oscure. Ma dal quale, se vuole, Donad Trump può ancora venire fuori.

 

 

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