Isis alle corde: dopo la campagna di Mosul, in Iraq controlla solo il 7% del Paese
Le sconfitte dell’Is a Sirte in Libia, e i duri colpi militari subiti a Raqqa, in Siria, dove i combattimenti in corso senza sosta vedono le reclute agli ordini di al Baghdadi sempre più sotto la minaccia di aspre ritorsioni militari della coalizione pro Assad e dell’esercito regolare siriano – è soprattuto la debacle dei miliziani jihadisti in Iraq – dove a Mosul continua la battaglia con le forze di sicurezza sostenute dalla coalizione internazionale a guida Usa a costringere strateghi, generali e tagliagole di Daesh a rivedere strategie e mire.
Isis alle corde in Iraq: ai jihadisti solo il 7% del Paese
E così, ormai, dopo aver combattuto di porta in porta. dopo aver lottato strenuamente per la riconquista, centimentro a centimetro, del terreno a nord e a ovest di Mosul. dopo aver resistito e replicato all’attacco di ponti e ospedali, scuole,e caserme, i jihadisti dell’Is (o Daesh) si sono dovuti arrendere alla controffensiva dell’esercito regolare iracheno che li ha costretti ormai a retrocedere o a fuggire. I miliziani, infatti, ormai controllano meno del 7% del territorio iracheno, meno di 30.000 km quadrati, e hanno perso più dei tre quarti del territorio che erano riusciti a conquistare nell’estate di tre anni fa. A sostenerlo, tra gli altri, è anche il generale Yahya Rasool, portavoce del Comando congiunto delle operazioni delle forze irachene impegnate da mesi nella battaglia contro i jihadisti del Califfato e con il sostegno della coalizione internazionale anti-Is a guida Usa. Nel 2014, l’anno della presa di Mosul, «Daesh controllava il 40% del territorio iracheno», ha dichiarato il generale, mentre «al 31 marzo scorso» i ragliagole di Daesh «avevano il controllo di non più del 6,8%» dell’Iraq.