Cercasi fedeli per celebrare la Messa: il caso di Venezia scuote la Chiesa

18 Apr 2017 11:06 - di Guglielmo Federici

Tu chiamala, se vuoi, secolarizzazione che avanza. Desta sconcerto nei giorni di Pasqua scoprire che a Venezia, una delle mete preferite per queste festività, un sacerdote, don Mario Sgorlon, 60 anni, parroco di Sant’Erasmo, abbia attaccato al portone della sua chiesa un cartello eloquente sullo stato della fede: “La messa è sospesa per mancanza di fedeli”. E poi la chiosa: “Don Mario è disponibile su richiesta”, con tanto di numero di telefono. La notizia ha fatto il giro della rete in questi giorni sui siti locali e nazionali. A chi lo chiama, don Mario risponde gentile, ma rassegnato: “Ormai va così. Non c’è più tanta gente che viene alle celebrazioni e, quindi, per evitare di restare io da solo sull’altare, ho messo l’avviso. D’inverno molto spesso non viene nessuno perché fa freddo, la gente si ammala e non esce di casa; una volta ci siamo trovati in tre. Insomma, celebrare così, non ha senso”, dice a Repubblica. Dobbiamo rassegnarci?

Chiese sempre più vuote

La Chiesa è sconcertata e il caso non è isolato. Le Chiese sono sempre più vuote, qualcosa non va. A forza di arretrare, di allentare la tensione sulle nostre tradizioni religiose, a forza di considerare secondarie le questioni sul crocifisso nelle aule, sul presepe nelle scuole, sui  riti pasquali per non offendere fedi e sensibilità diverse dalle nostre il risultato è anche questo. Alle Vignole, dove si trova la chiesa veneziana – frequentata d’estate perché c’è un’ottima trattoria – ormai abitano solo 40 persone, tutti pensionati o contadini. Normalmente alla domenica, il parroco – che è nato nel Basso Piave e conosce queste terre di lavoratori – trovava allineate fra i banchi almeno una decina di persone. Ma nelle ultime settimane ci dev’esser stato un calo di religiosità generale e certo i turisti evidentemente non avevano la celebrazione della messa al primo posto delle loro priorità. Se non ce l’hanno i veneziani, del resto… “Sono qui a fare il parroco da oltre 15 anni e non era mai successo che fossi costretto a chiudere, ma così vanno i tempi. Non ci si può fare niente. Quando i fedeli torneranno, io sarò qui ad aspettarli”.

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 22 Aprile 2018

    Certo che se continuiamo con questa musica, presto le chiese chiuderanno i battenti. I fedeli si sono rotti di sentire boiate su boiate. Non venite poi a lamentarvi se i musulmani crescono.