Furbetti del cartellino, 20 indagati e 12 fermi a Cosenza. Ecco come agivano (video)
Cambia la città. Cambiano gli uffici. Cambiano i soggetti e i mezzi che ne denunciano le malefatte, ma la rilevanza penale e civile resta sempre la stessa. E l’Italia continua a riscoprirsi un paese di santi, navigatori, poeti e… furbetti del cartellino.
Cosenza, scoperti altri furbetti del cartellino
Stavolta, allora, siamo nel Cosentino, dove i militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Cosenza, hanno notificato 12 misure cautelari personali nei confronti di altrettanti dipendenti del comune di San Vincenzo la Costa e di personale dell’Azienda Sanitaria Provinciale del Servizio Cure Domiciliari Integrate (ex A.D.I.) . Venti gli impiegati indagati per truffa aggravata ai danni di Ente Pubblico per essersi indebitamente assentati dal luogo di lavoro senza far risultare i periodi di assenza. Le condotte truffaldine sono state accertate dai militari della Guardia di Finanza grazie a un’attività di videoregistrazione effettuata attraverso microtelecamere poste a controllo visivo dei locali adibiti alla timbratura del badge nonché attraverso pedinamenti ed osservazioni segrete, mirate a rilevare gli effettivi comportamenti dei dipendenti pubblici e conclusivi riscontri documentali. Quattro i dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza impiegati presso il Servizio Cure Domiciliari Integrate, un medico e quattro infermieri, che eseguivano la timbratura del “cartellino marcatempo” attestando ”falsamente” orari di ingresso e di uscita non corrispondenti a quelli reali. Il medico, peraltro, con incarico di effettuare visite domiciliari, dopo aver timbrato la mattina presto, si recava frequentemente da amici e parenti e rientrava in ufficio solo dopo alcune ore.
Un impiegato addetto alla firma: per tutti
A loro volta, invece, gli infermieri, con incarico di effettuare terapie domiciliari, si scambiavano costantemente e ”vicendevolmente” i propri tesserini aziendali, che venivano timbrati, nelle varie occasioni, dall’uno o dall’altro dipendente. In sostanza, un solo dipendente eseguiva la timbratura del cartellino marcatempo ( quello che si intravede nel video riportato in apertura), anche nell’interesse degli altri in modo da far risultare la ”presenza” anche dei colleghi assenti. In diverse occasioni di entrata e uscita nel corso della giornata gli impiegati ”fingevano” di timbrare il proprio tesserino, digitando solo alcuni numeri, al fine, evidentemente, di dare l’impressione ai colleghi di aver ottemperato all’obbligo di marcatura.
Pedinamenti e registrazioni segrete dei finanzieri
Il Comune, nel periodo oggetto di controlli, accertava la presenza del dipendente attraverso la trascrizione che ogni dipendente era tenuto ad effettuare a mano su un apposito ”registro delle presenze” cartaceo dell’orario di ingresso e di uscita e delle eventuali variazioni, apponendo la propria firma autografa. L’attività svolta dai finanzieri consentiva di evidenziare la diffusa tendenza dei dipendenti comunali a timbrare il cartellino di entrata ed uscita e annotare gli orari sul ”registro delle presenze” anche per altri colleghi. Attraverso indagini, pedinamenti, appostamenti e videoregistrazioni effettuate dai finanzieri, è emerso un quadro di diffusa inosservanza degli obblighi di condotta previsti per i dipendenti della pubblica amministrazione in servizio presso il Comune, agevolata dall’assenza di un efficace sistema di controlli interni. Un’inadempienza, quella registrata e sanzionata, che permetteva ai soliti furbetti del cartellino, di tardare o addirittura assentarsi dal posto di lavoro, come di trattenersi senza problema in viste con amici e parenti, al bar o al ristorante. A seguito di tutti questo allora, la vacanza imposta loro dalla legge da oggi in poi, sarà autorizzata. Ma a che prezzo.