Segregata in casa e costretta a prostituirsi per 6 anni: il racconto dell’orrore
Ridotta a obbedire ai suoi ordini perversi e crudeli come una schiava: ha passato così gli ultimi sei anni della sua vita una donna di 28 anni, costretta dal convivente, un 51enne con cui la giovane era andata a convivere nell’estate del 2010, a prostituirsi e a vivere segregata in casa.
Segregata in casa e costretta a prostituirsi dal convivente
Sei lunghi anni di prigionia fisica e mentale, di abusi e soggezione psicologica, di violenze e crudeltà. Oggi nei confronti di quello spietato aguzzino la procura di Palermo ha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere con l’accusa di sequestro di persona, riduzione in schiavitù, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Le indagini, dirette dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Siro De Flammineis, e coordinate dal procuratore capo Francesco Lo Voi, hanno preso il via dalla denuncia presentata nel maggio scorso dalla stessa vittima. La donna, accompagnata dal padre, si è recata alla caserma dei Carabinieri di Partinico e, fra le lacrime, ha raccontato sei anni di abusi e violenze. A confermare i suoi racconti, circa 30 clienti che hanno fruito delle sue prestazioni sessuali.
Sei anni di abusi e violenze: un racconto dell’orrore
Ed è un racconto agghiacciante, quello reso dalla donna agli inqurenti: da film dell’orrore. Secondo quanto denucnaito dalla vittima, infatti, il suo compagno sistematicamente la segregava all’interno della loro abitazione, chiudendo la porta di ingresso dall’esterno con un lucchetto e sbarrando le finestre con delle tavole di legno fissate con chiodi. La ragazza era inoltre costretta ad avere rapporti sessuali con uno o più uomini, secondo appuntamenti e modalità concordate dal compagno. Se solo provava a ovbiettare o, peggio ancora, a opporre un rifiuto, la conseguenza immediata era un pestaggio talmente efferato che, nel corso di questio spaventosi sei anni di prigionia e abusi, la 28enne in ben due casi è stata costretta a recarsi in ospedale per essere curata. In un’occasione ha riportato la frattura del setto nasale; nell’altra un trauma cervicale e un aborto. I rapporti avvenivano nella maggior parte dei casi all’interno della loro casa, ma talvolta anche in auto o in campagna. Per ogni prestazione il compenso era di 20 euro che andavano direttamente al compagno e che servivano per il pagamento dell’affitto del loro appartamento. Qualche volta i soldi venivano accompagnati da generi alimentari. Le violenze e gli abusi sarebbero andati avanti dal luglio del 2010 ad aprile del 2016 e sarebbero stati commessi fra i comuni palermitani di Cinisi, Terrasini e Partinico. Ma la violenza inflitta a questa povera donna, non ha confini.