Unicredit sotto pressione, senza ricapitalizzazione rischio “bail in”
Poco meno di un mese, non di più. La Bce guidata da Mario Draghi ha infatti fissato al prossimo 28 febbraio il paletto entro il quale Unicredit dovrà presentare il nuovo npl (non performing loans), vale a dire, come si legge nel Documento di registrazione pubblicato dalla stessa Unicredit, e approvato da Consob, in vista dell’aumento di capitale da 13 miliardi, una nuova «strategia in materia di crediti deteriorati, supportata da un piano operativo».
La Bce: entro il 28 febbraio il piano sui crediti deteriorati
La ricapitalizzazione – si legge ancora nel Documento della banca – è stata decisa dagli azionisti proprio per «mitigare i profili di debolezza del gruppo Unicredit, evidenziati anche dalla Bce all’esito dello Srep 2016». Ciò nonostante, «alla data del Documento di egistrazione sussiste il rischio che le azioni del Piano strategico non siano in grado di fronteggiare adeguatamente i profili di debolezza riscontrati dalla Bce». Tutto ruota intorno alla sottoscrizione dei 13 miliardi di aumento del capitale di Unicredit. La mancata ricapitalizzazione o la sua sottoscrizione parziale determinerebbe, infatti, «significativi impatti negativi sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del gruppo stesso fino a compromettere la sussistenza dei presupposti per la continuità aziendale».
E la Borsa sospende il titolo Unicredit
Tradotto in parole povere significa, che Unicredit rischia una sorta di “commissariamento” da parte delle autorità di Vigilanza nella gestione, soprattutto relativamente a quei settori di attività «che presentassero rischi eccessivi per la solidità dell’emittente». Il passo successivo, qualora Unicredit non fosse in grado di ripristinare i requisiti patrimoniali, anche ricorrendo a misure straordinarie diverse da quelle previste nel Piano Strategico, c’è il rischio – avverte il documento – che «possa essere necessaria l’applicazione degli strumenti di risoluzione», previsti dal decreto che ha introdotto il bail in. Com’era prevedibile, il titolo di Unicredit, precedentemente sospeso dalla contrattazione, ha trascinato in basso i bancari e quindi la Borsa. Piazza Affari è scesa sotto i 19mila punti. A inizio anno aveva sfiorato i 20mila.