Un governo con il M5s? Meloni: «Molto difficile, loro votano come il Pd»
Una prospettiva fantasiosa su una alleanza «francamente molto difficile». Giorgia Meloni chiarisce la propria posizione sull’ipotesi che, dopo le elezioni, si possa creare un asse tra M5s, Lega e Fratelli d’Italia. Uno scenario oggetto di un lungo retroscena di Repubblica, che ha ricostruito un’idea che circola da qualche giorno nei corridoi della politica.
Meloni: «I grillini votano come la sinistra»
«Un’alleanza di governo con il M5S dopo le elezioni mi pare francamente molto difficile», ha chiarito Giorgia Meloni, spiegando che «il M5S, su tutti i temi veramente cogenti al nostro tempo, dal governo dei flussi migratori al rapporto con l’Europa, è sempre schierato col Pd». «I grillini hanno votato esattamente come votava la sinistra. Dunque, per noi e per me – ha commentato la leader di FdI – è oggettivamente un pezzo di establishment ed è una parte del problema».
In caso di voto con il proporzionale
Dunque, rispondendo a una domanda sul tema durante un intervento a Radio 24, Giorgia Meloni ha smontato lo scenario futuribile ricostruito da Repubblica, secondo il quale alla Casaleggio associati, in attesa del parere della Consulta sulla legge elettorale, si lavorerebbe per la costruzione di un governo con Lega e FdI. Il ragionamento si svilupperebbe intorno a un voto con il proporzionale. I Cinquestelle contano di uscirne come primo partito, ma con la consapevolezza di non avere la maggioranza. E allora ecco la ricerca di alleati. Che sarebbero stati individuati in Lega e FdI, appunto.
Anche Salvini smonta l’ipotesi
Secondo Repubblica, Casaleggio & co avrebbero già avviato le grandi manovre, costruendo «da tempo nel “laboratorio” milanese un’agenda di governo sempre più compatibile con quella del Carroccio». Un partita di cui dovrebbe far parte anche Fratelli d’Italia. Ma questo quadro non è stato smontato solo da Giorgia Meloni. Lo ha smontato anche Matteo Salvini, che a sua volta ha sottolineato la distanza politica dal M5s. «Grillo – ha ricordato il leader del Carroccio – sull’euro ha cambiato idea e sull’immigrazione è contrario al reato di immigrazione clandestina. Con queste premesse – ha chiarito – non è possibile un accordo».