Amianto alla Scala, assolti quattro ex sindaci. Cinque a processo

30 Nov 2016 14:05 - di Sara Gentile

Prosciolti dalle accuse di omicidio colposo e lesioni colpose gravissime quattro ex sindaci di Milano. Si tratta di Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Giampiero Borghini e Marco Formentini. La vicenda riguarda alcuni lavoratori morti o che si sono ammalati, secondo l’accusa, per la presenza di amianto al Teatro alla Scala prima delle bonifiche dei locali. Lo ha deciso il gup Alessandra Simion.

Amianto, cinque rinvii a giudizio

I quattro ex sindaci erano stati indagati in qualità di presidenti del Teatro alla Scala, e quindi, come proprietari. Secondo l’accusa avrebbero avuto una serie di poteri tra cui quello di vigilanza sulla tutela ambientale. Le cinque persone che andranno a processo il 9 febbraio sono tutti ex direttori, funzionari e un consulente del Teatro alla Scala. Si tratta dell’ex sovrintendente del Piermarini Carlo Fontana, dell’ex direttore tecnico Franco Malgrande, dell’ex capo dell’ufficio tecnico Franco Filighera. Ci sono anche l’ex direttrice degli affari generali Maria Rosaria Samoggia e l’ex consulente in materia di igiene e sicurezza Giovanni Traina. Le accuse sono di omicidio colposo e lesioni colpose gravissime e le contestazioni partono dal 1986.

Le parti civili

Nelle scorse udienze il giudice ha ammesso anche la costituzione come parti civili dei familiari di nove lavoratori morti (tra loro anche Luciana Patelli, cantante lirica). E anche di un ex fonico che si è ammalato di mesotelioma pleurico. Si sono inoltre costituite parti civili l’Agenzia di Tutela della Salute Città Metropolitana di Milano, l’Inail, il sindacato Cub e l’Associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro. Secondo il pm Maurizio Ascione gli imputati non avrebbero disposto la rimozione dei manufatti in amianto, del sipario acustico. E anche del materiale in dotazione al reparto prevenzione incendi e di quello degli elettricisti. Tutto ciò nonostante, nel febbraio 1986, l’allora Usl ne avesse chiesto la dismissione. Inoltre non avrebbero provveduto al censimento, alla bonifica e alla messa al bando dell’amianto, come previsto dalla legge del 1992. Non hanno impedito, quindi, che i lavoratori della Scala venissero a contatto con le polveri di amianto.

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