Il tedesco numero uno: «La Germania è pronta per un presidente islamico»
La Germania dal cuore d’oro e dalle porte aperte comincia a pensarsi come una vera società multietnica e gobalizzata. E se i non troppo amati cugini inglesi hanno appena eletto a Londra un sindaco musulmano, per non essere da meno, loro un seguace di Maometto lo vedrebbero bene persino alla sommità della Repubblica federale. A dirlo davanti al servizio stampa evangelico, secondo quanto riferisce la radio Deutschlandfunk, è stato proprio l’attuale presidente, il 76enne Joachim Gauk.
Joachim Gauk è l’attuale capo dello Stato
«Anche un musulmano – ha scandito Gauk – può diventare presidente della Germania e l’appartenenza a una religione cristiana non è un presupposto per ricoprire la più alta carica dello Stato». Regola, questa, che ovvaimente «vale anche per gli appartenenti ad altre religioni o per i non credenti». Il tema dell’appartenenza religiosa è particolarmente cara a Gauck, che ai tempi delle “due Germanie” è stato pastore evangelico nella comunista Ddr.
Anche in Germania tensioni sull’immigrazione
Il suo mandato di presidente scade all’inizio del prossimo anno ma Gauk ha già annunciato di non volersi ricandidare per motivi di età. Tra i partiti politici, infatti, è già scattata la corsa per la ricerca del suo successore. Proprio tale circostanza ha indotto più di un osservatore tedesco a considerare la sortita presidenziale come una sorta di lascito morale alla nazione alla luce delle forti tensioni che ora anche in Germania il tema dell’immigrazione sta causando. Ma non è da escludere che l’effetto reggiunto possa essere l’esatto contrario di quello che essa si era prefissato: rinfocolare vecchie e nuove polemiche. Del resto, i recenti turni elettorali – sia quello del land della Pomerania-Meclemburgo sia le amministrative di Berlino – hanno fatto registrare un deciso balzo in avanti della temutissima AfD (Alternative für Deutschland) guidata dalla pasionaria Frauke Petry contro le politiche aperturiste della cancelliera Angela Merkel in tema di immigrazione. In più, l’apertura filoislamica di Gauk capita nel bel mezzo delle polemiche innescate dall’arresto prima e dalla morte per suicidio dopo, nel carcere di Lipsia, del sospetto terrorista siriano Jaber Albakr.