Immigrati, maxi-rissa a Cagliari tra ubriachi e clandestini. Tre arresti

26 Ott 2016 13:52 - di Redazione

Degrado, ubriachezza e intolleranza. Sono gli ingredienti della maxi-rissa scoppiata martedì notte in pieno centro a Cagliari che ha visto fronteggiarsi una decina tra cagliaritani sbandati e immigrati. Il bilancio è di tre arresti: Mauro Chessa, di 48 anni, e Debora Serra, di 42, noti alle forze di polizia, e Sakaren Ibou, 25enne del Gambia. Altre due persone sono rimaste ferite.

Maxi-rissa a Cagliari

L’episodio è avvenuto tra via Roma e via Sassari, a pochi metri dal Municipio di Cagliari, già in passato teatro di risse tra ubriachi e immigrati. La discussione, alimentata dai fumi dell’alcol, è scoppiata intorno alle 22,30 tra il gruppo di cagliaritani e i immigrati, soliti a bivaccare in quella zona. Chessa ha ferito con una coltellata al petto il giovane del Gambia, innescando la reazione dei suoi connazionali. Altri sardi che si trovavano poco distante sono intervenuti, tra questi una donna che nel tentativo di dividere i due gruppi ha ricevuto da uno degli stranieri un pugno in faccia, cadendo a terra e perdendo i sensi. Sul posto è subito arrivata la polizia con gli agenti della Squadra volante e uomini del Reparto Mobile, più le ambulanze del 118. Riportare la calma e ricostruire la vicenda non è stato facile.

La prefettura è inerme

I gruppi avversari hanno continuato a insultarsi pesantemente, cercando ancora di venire alle mani, inoltre in zona l’afflusso di altri sbandati, cagliaritani e immigrati, era costante. Alla fine sono scattati i tre arresti, l’immigrato è stato anche medicato in ospedale per la ferita al petto, sequestrato il coltello utilizzato per il ferimento. L’episodio ha provocato la reazione di Noi con Salvini. «La presenza massiccia di immigrati a Cagliari crea continui problemi di sicurezza e ordine pubblico – attacca il coordinatore regionale – abbiamo più volte denunciato la fortissima tensione sociale. Ci chiediamo se la Prefettura attenda che qualcuno finisca all’obitorio per chiedere al Ministero adeguate misure per garantire l’ordine e la sicurezza in città. Non è più tollerabile questa inerzia».

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