Così la Saguto gestiva gli incarichi del cerchio magico: sequestrati 900mila euro
«Era il centro di una margherita» fatta di «rapporti esclusivi» con «professionisti, amministratori giudiziari, colleghi, cancellieri, ufficiali di polizia giudiziaria, rappresentanti del mondo universitario e giornalisti dai quali traeva vantaggi e utilità di varia natura». Così uno degli amministratori giudiziari esclusi dal cerchio magico dell’ex-presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, indagata per corruzione, descrive agli inquirenti la gestione degli incarichi affidati dal magistrato alla quale, ieri, i pm nisseni, nell’ambito della inchiesta, hanno fatto notificare un sequestro preventivo d’urgenza di beni finalizzato alla confisca che, complessivamente, ammonta, per sette dei 20 indagati, a 900 mila euro e che riguarda ingenti somme di denaro, beni immobili e quote societarie.
Nel provvedimento, notificato dalla Finanza, si parla di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio a carico dell’ex-presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.
«Silvana Saguto intratteneva rapporti esclusivi con le persone che le interessavano e agiva – ha raccontato ai magistrati che hanno indagato sulla vicenda – secondo un modulo a margherita, ossia senza vi fosse alcuna interferenza tra i rapporti che facevano capo a lei. Lei era al centro dei rapporti e da lei si dipartivano petali e raggi, non comunicanti tra loro».
Le indagini patrimoniali, coordinate dalla Procura di Caltanissetta, sono state condotte dal nucleo di polizia tributaria di Palermo, guidato dal colonnello Francesco Mazzotta, che ieri ha notificato il sequestro preventivo per gli illeciti nella gestione della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.
Solo all’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, che avrebbe avuto dall’ex-presidente Silvana Saguto incarichi in cambio di denaro e favori, sarebbero stati sequestrati 600mila euro.
Il sequestro preventivo riguarda, oltre che la Saguto e l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, al quale il magistrato aveva affidato la gestione di numerosi beni sequestrati, Carmelo Provenzano, Maria Ingrao, Roberto Nicola Santangelo, Walter Virga e Luca Nivarra ed è stato disposto, in via d’urgenza, per il pericolo concreto di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati.
Il procedimento nasce da una inchiesta della Procura di Palermo sull’amministratore giudiziario Walter Virga, poi trasmessa a Caltanissetta per competenza territoriale visto il coinvolgimento della Saguto e del padre di Virga, Tommaso, altro magistrato palermitano.
Le intercettazioni sulle utenze degli indagati e nei locali della Nuova Sport Car spa, società amministrata da Virga, hanno svelato un sistema di corruzione che vedeva Saguto protagonista: in cambio di regali, favori, come consulenze per il marito Lorenzo Caramma e aiuti ai figli, distribuiva incarichi ai professionisti del suo cerchio magico.
Come Gaetano Cappellano Seminara e Carmelo Provenzano, ricercatore dell’Università di Enna ricompensato dal giudice per avere fatto la tesi al figlio.
L’inchiesta ha coinvolto anche altri due giudici della sezione che sono stati trasferiti. Mentre Saguto è stata sospesa dalle funzioni e dallo stipendio.
Le accuse sono a vario titolo di corruzione, peculato, falso materiale e ideologico, abuso d’ufficio e truffa aggravata.
Sfruttando le qualifiche e i propri ruoli ricoperti nell’ambito di procedure di prevenzione e facendo perno sul sistema della gestione dei patrimoni in sequestro e sul procedimento di liquidazione dei compensi per le attività di amministrazione giudiziaria, gli indagati erano riusciti a strutturare l’attività della Sezione Misure di prevenzione e la gestione dei patrimoni in sequestro secondo modelli organizzativi criminosi e a creare un sistema di arricchimento illecito improntato a criteri familistici e clientelari.