Siria, ad Aleppo un palazzo esplode mentre il reporter era in onda (video)
Riprendono i bombardamenti contro Daesh in Siria. Un palazzo esplode ad Aleppo mentre corrispondente sta registrando un servizio. La situazione è di completa emergenza: «L’acqua corrente – ha raccontato padre Ibrahim – è tornata ma solo a tratti, magari funziona per un’ora, poi se ne va, poi torna ancora per dieci minuti, e questo rende la gente ancora più demoralizzata e ansiosa. L’elettricità invece proprio non esiste». Due giorni fa l’Onu aveva chiesto una tregua di 48 ore per poter ripristinare le reti idrica ed elettrica e portare gli aiuti umanitari più urgenti ad una popolazione di due milioni di persone «unita nella sofferenza», sia che viva nell’ovest della città controllato dai governativi, sia nei quartieri orientali in mano agli insorti. La Russia, alleata del governo di Bashar al Assad e che partecipa ai bombardamenti con l’aviazione siriana, ha annunciato una tregua di tre ore al giorno, ma le Nazioni Unite affermano che non basta per portare gli aiuti necessari.
Smentiti gli ordigni al cloro su Aleppo
Fonti militari siriane citate dall’agenzia Ap hanno smentito che nei bombardamenti su aree di Aleppo controllate dai ribelli siano stati usati ordigni al cloro. Un alto ufficiale che ha voluto mantenere l’anonimato ha detto che la presunta notizia è stata fabbricata dai miliziani insorti e che l’esercito siriano non userebbe mai armi chimiche. In precedenza fonti ospedaliere e del servizio di Difesa civile della parte orientale di Aleppo, sotto il controllo dei ribelli, avevano detto alla televisione panaraba Al Jazira che nel tardo pomeriggio una donna e i suoi due figli di 4 e 10 anni erano morti soffocati per le conseguenze di un gas, che si sospetta fosse cloro, fuoriuscito da un barile bomba sganciato da un elicottero governativo sul quartiere di Zubdiya.