Renzi okkupa tutti i telegiornali. In tv ci sono solo le sue “televendite”
La par condicio modello Renzi: parla solo lui, occupa tutti gli spazi televisivi, i telegiornali sono completamente devoti allo zar d’Italia. E guai a non obbedire ai suoi diktat, si rischia di essere defenestrati, altro che editto bulgaro. I numeri parlano chiaro, c’è una dittatura mediatica sottile, fatta con nonchalance. È il divino Matteo, vende sogni e pentole, è una ricchezza per il Paese. Il Fatto Quotidiano svela le cifre: Renzi, nei Tg nostrani, a giugno ha parlato più di tutta l’opposizione messa insieme.
I numeri non lasciano dubbi: i telegiornali sono a senso unico
Che il suo obiettivo fosse questo, lo si era capito sin dall’inizio del mandato. Non solo per la Rai, con vari conduttori che gli facevano le interviste a tappetino, ma anche su Mediaset, con le performance di Renzi nelle trasmissioni di Barbara D’Urso e persino ad Amici con la De Filippi. Ora siamo all’occupazione pressoché totale dei telegiornali di tutte le forme e specie e sarà sempre peggio – a meno che non ci sia un difficile riequilibrio – con le nuove nomine fatte tra le polemiche. «Polemiche strumentali», naturalmente, secondo le logiche del divino Matteo. Da solo Renzi ha collezionato 11 ore e 6 minuti nei telegiornali, un’enormità, specie se si raffronta il dato con quello dell’opposizione: 10 ore e mezzo circa per tutti gli altri insieme, da Forza Italia a Fratelli d’Italia, dalla Lega ai Cinquestelle. In più il premier ha aumentato il bottino perché ai suoi spazi bisogna aggiungere gli spazi riservati ai partiti di maggioranza e agli uomini di governo, ministri e sottosegretari. Non ce n’è per nessuno, è informazione (quasi) a senso unico. Renzi e i suoi uomini, scrive il Fatto Quotidiano, hanno circa il 60% del tempo totale dei telegiornali. Il record a La7, dove si raggiunge addirittura quota 69,2%. Ma non solo: il Pd ha goduto di 7 ore e 32 minuti e i centristi di Area popolare di un’ora e 50. La base per gli spot referendari è dunque pronta. Con i Tg che hanno nascosto persino la notizia della crescita zero dell’economia italiana. Ma era una notizia che poteva dare un dispiacere al divino Matteo e rovinargli l’immagine. E a Renzi i dispiaceri non si possono dare.