I terroristi islamici colpiscono l’università americana a Kabul
I terroristi islamici colpiscono ancora: e lo fanno in uno dei Paesi “liberati” dall’Occidente, l’Afghanistan. Undici interminabili ore di terrore, nel buio più completo e in ostaggio di un gruppo di terroristi disposti a tutto. Questo hanno vissuto centinaia di studenti, professori e personale dell’Università americana di Kabul durante l’attacco di un commando armato, apparentemente venuto dal Pakistan, che ha resistito dalle 19 alle 6 di stamani, quando è stato sopraffatto dalle forze speciali afghane. Una sintesi dell’ennesima tragedia afghana è stata fatta oggi dal presidente Ashraf Ghani che, dopo una riunione del Consiglio nazionale per la sicurezza, ha fornito il bilancio definitivo dell’attacco. Le vittime sono state 13, poi salite a 15: un professore, sette studenti, due guardie dell’università e tre membri delle forze di sicurezza. I feriti sono invece 45: nove agenti di polizia e 36 studenti e membri dello staff universitario. Resta invece un mistero la composizione del commando. Il capo della brigata criminale della polizia di Kabul, Faridoon Obidi, ha detto che a parte il terrorista suicida che si è fatto esplodere su un veicolo all’ingresso del campus, due militanti sono stati uccisi dalle forze speciali. L’ufficiale non ha però escluso che alcuni altri possano essere fuggiti dopo l’attacco. Lo stesso Obidi ha spiegato che per complicare l’attività dei terroristi è stata tolta l’energia elettrica a tutto il campus. Questo stratagemma, ha aggiunto, «si è rivelato positivo perché alla fine le vittime sono state contenute e le forze di sicurezza sono riuscite a trarre in salvo 700 studenti, decine di professori ed impiegati».
I terroristi islamici nel cuore dell’Afghanistan “liberato”
Un messaggio, forse il primo che annunciava che qualcosa di orribile era cominciato, è stato inviato dal fotografo della Ap e Premio Pulitzer Massoud Husseini, riuscito poi a fuggire, dopo essersi lanciato da un balcone al secondo piano, con altri 15 studenti. «Siamo bloccati dentro l’Auaf», ha twittato, aggiungendo: «Esplosione poi spari. Forse il mio ultimo tweet». Figli della classe sociale afghana più agiata, gli studenti che si trovavano nelle aule hanno utilizzato i loro telefoni cellulari per chiedere aiuto (anche attraverso l’hashtag #AUAFattack), rassicurare le famiglie, cercare amici o annunciare di essere riusciti a fuggire. Altri hanno comunicato che «una volta compreso che si trattava di un attacco terroristico, studenti e professori hanno ammassato scrivanie, banchi e armadi contro le porte e a protezione delle finestre, attraverso cui i militanti armati hanno sparato ed ucciso». Facebook è stato invece scelto da migliaia di persone per commemorare la figura dell’unico professore morto, Naqib Ahmad Khpulwak, docente brillante che aveva ottenuto due master negli Usa. L’ambasciatore afghano a Roma, Waheed Omer, ha scritto su Facebook: «Conoscevo due persone intelligenti, determinate e belle: una era il giovane professor Khpulwak e l’altra uno splendido leader e studente, Jamshid Zafar. Posso solo piangerli in silenzio. Non ho parole, come mai mi è successo prima». Nessuno ha per il momento rivendicato l’attacco. I talebani dell’Emirato islamico dell’Afghanistan si sono limitati a dire che hanno aperto un’indagine. E i servizi di intelligence hanno puntato il dito contro guerriglieri «venuti da dietro la Durand Line» che fa da confine afghano-pachistano, accusando così indirettamente il temibile Gruppo Haqqani.