Assicurare la casa? Così la ricostruzione non la pagherà più lo Stato

31 Ago 2016 8:05 - di Redazione
In Europa siamo rimasti ultimi a credere in uno Stato pap° che paga tutto e sempre, e ti ricostruisce la casa se viene un’alluvione o un terremoto. Il modello dominante nel continente è un altro: un’assicurazione, che sia volontaria (in Germania, Gran Bretagna o Belgio) o semi-obbligatoria (Spagna e Francia), con tariffe regolate dallo Stato o con sovvenzioni o con sgravi fiscali, ma che comunque deve coprire i rischi da calamità. Il cittadino paga, la polizza lo copre, spiega la Stampa.

Assicurare le case: l’anomialia italiana

 Ad una assicurazione volontaria contro il terremoto aveva pensato già Berlusconi nel 2005 e poi nel 2007. Proposte cacciate indietro con pernacchie. Ci ha riprovato Monti con un decreto nel 2012, che prevedeva sempre l’assicurazione volontaria, ma con la postilla che lo Stato non avrebbe più pagato. Mal gliene incolse perché quattro giorni dopo venne il sisma dell’Emilia e i partiti lestamente fecero decadere il decreto in Parlamento. Ora il governo Renzi ci sta ripensando seriamente. Nel giro di un paio di settimane, la dem Paola De Micheli, sottosegretario all’Economia, convocherà una riunione con le parti sociali e i rappresentanti delle assicurazioni. «Capisco bene – dice la De Micheli – che la politica si sia sempre trovata in difficoltà davanti a questa scelta. Comunque la si metta, un’assicurazione appare come una tassa in più. Ed è una questione che tocca tutti. Solo in Italia ci sono 30 milioni di proprietari di casa. Per non dire di chi, penso ai M5S ma non solo, traduce ogni forma di sovvenzione o di sgravio fiscale in un aiuto indiretto ai grandi gruppi finanziari e vede rosso».

Assicurazione sulla casa è uno dei capitoli principali di Casa Italia

 Il governo sembra orientato verso la soluzione degli sgravi fiscali per spingere le famiglie a farle, queste assicurazioni. Di contro, e fu il primo scoglio su cui si infranse il decreto di Monti, c’è la questione dei costi. L’Ania, associazione naziona le tra le imprese assicuratrici, ha valutato che il patrimonio immobiliare italiano vale 3900 miliardi di euro, pari a due volte e mezzo il Pil annuo. I suoi tecnici hanno fatto anche delle simulazioni, tenendo conto delle classi di rischio sismico e dei costi di ristrutturazione. Il risultato è una media di 73 euro di premio ogni 100mila euro di valore assicurato (e solo nel caso in cui tutti davvero provvedano). «Ragionevolmente si legge in un recente studio del Consiglio nazionale degli Ingegneri – possiamo ipotizzare almeno 100 euro per 100mila euro di valore assicurato, considerando la remunerazione delle imprese». Si apre una partita di miliardi di euro, insomma.

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