Monaco, il killer si studiava le stragi: c’è legame con Utoya e Winnenden

23 Lug 2016 14:45 - di Paolo Lami

L’autore della strage di Monaco era ossessionato da due folli massacri degli ultimi anni, sui cui si era ampiamente documentato: quella di Utoya, in Norvegia, cinque anni fa (69 morti a un campo estivo, più altri otto uccisi da Anders Breivik con un’autobomba a Oslo), e quella nella scuola di Winnenden, 20 km da Stoccarda, dove un ex-student, nel 2009, massacrò 15 persone prima di suicidarsi.
Anders Behering Breivik, il 22 luglio 2011 aveva pianificato tutto con estrema cura: aveva acquistato i componenti per costruire l’ordigno da far deflagrare nel cuore del Regieringskvartalet, il “quartiere del governo” a poche centinaia di metri dal Parlamento. E li aveva assemblati in una fattoria in mezzo alla campagna affittata solo tre mesi prima, il 17 aprile. Un attentato di “depistaggio” che quella mattina doveva servire – e così è stato – ad attirare gli uomini dell’antiterrorismo e i soldati dell’esercito nel cuore della capitale norvegese, nessuno dei quali notò quell’uomo vestito da poliziotto che si dirigeva verso l’isoletta di Utoya, dove 650 giovani attivisti del Partito laburista norvegese erano riuniti per il tradizionale appuntamento estivo per una vacanza di formazione.
Quando è arrivato a Utoya, poco meno di tre ore dopo l’esplosione a Oslo, ha subito eliminato l’unico agente armato che c’era. Poi ha sparato per oltre un’ora e mezza contro ragazze e ragazzi indifesi, che tentavano di nascondersi o fuggire buttandosi in mare, o rimanevano pietrificati a implorare pietà di fronte a qualcosa che non potevano capire. I feriti furono oltre 1.
L’altra strage che il killer di Monaco, Ali Sonboly, si è studiato è quella del 10 marzo 2009 quando Tim Kretshmer, 17 anni, si presentò nella sua ex-scuola a Winnenden, 20 chilometri da Stoccarda, vestito di nero, imbracciando un fucile mitragliatore, ed apri il fuoco in due classi dell’istituto tecnico Albert Schweitzer.
Uccise 15 persone tra i 13 i 17 anni, più tre professori, prima di suicidarsi: una sorte non dissimile da quella dell’assassino 18enne che ieri ha colpito nella capitale bavarese.
Anche Kretshmer come Sonboly, venne descritto come un ragazzo normale, che non dava particolarmente nell’occhio, ma a casa della famiglia furono però trovate 16 armi detenute legalmente, da cui scelse quella per la sua missione omicida.

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