Brexit, tra Cameron e Johnson ora è sfida senza esclusione di colpi
Si fa incandescente la battaglia elettorale sulla Brexit, il referendum che dovrà autorizzare o meno la permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea. A poco meno di due settimane dal 23 giugno, data in cui i sudditi di Sua Maestà Britannica daranno il loro responso, i sondaggi danno il fronte pro-Brexit (cioè i sostenitori della fuoriuscita dalla Ue) in vantaggio di ben 10 punti. Una rilevazione che – secondo il Daily Telegraph – avrebbe gettato nel più nero sconforto il primo ministro David Cameron, leader del partito conservatore. Sempre secondo quanto rivelato dal quotidiano londinese, il premier avrebbe perciò deciso di giocare l’ultima carta: un piano per screditare il vulcanico Boris Johnson, ex-sindaco di Londra e ora leader degli ‘brexiters’, anch’egli conservatore.
Brexit: i fautori dell’uscita dalla Ue avanti di 10 punti
Secondo il Daily, più passano i giorni e più il fronte “Remain” – quelli cioè che vogliono rimanere nell’Unione Europea – scivola «nel panico». Da qui la decisione di Cameron di cambiare strategia. Secondo il quotidiano conservatore i guru della campagna per restare nell’Ue hanno pensato che l’unico modo di riguadagnare terreno è attaccare Johnson accusandolo di essersi speso in favore della Brexit solo per conquistare la poltrona di primo ministro.
Il Daily Telegraph rivela: presto attacchi personali a Johnson
I primi colpi contro l’ex-sindaco di Londra sono già partiti. A spararli, due sere fa, in un dibattito televisivo, il ministro dell’Energia Amber Rudd che ha accusato Johnson di subordinare gli interessi nazionali, seriamente compromessi dalla vittoria della Brexit a sentire i sostenitori di “Remain”, a quelli della propria carriera. Parole che, secondo fonti del Telegraph, sarebbero state suggerite al ministro direttamente da Downing Street e dal ministero del Tesoro.