Un’equipe di psicologi per “curare” gli ex operai della Fiat: «Sono depressi»
Cinque anni sospesi tra cassa integrazione e precarietà, economica ed esistenziale, hanno richesto – tra l’altro – un accurato lavoro psicoterapeutico sull’intervenuto disagio personale, sul procrastinarsi delle difficoltà economiche, sull’inevitabile irruzione di complessi risvolti familiari: e allora, per tre mesi l’anno scorso hanno svolto un’attività di mappatura delle competenze, indagato passioni e hobby, svolto attività di formazione con l’obiettivo di reinserirli, pian piano, in fabbrica. Ecco perchè, forse, per i 700 ex operai della Fiat di Termini Imerese (Pa), l’equipe di psicologi del lavoro che li ha seguiti, è stata e ha rappresentato molto di più di quanto si potrebbe immaginare.
Fiat di Termini Imerese, psicologi al lavoro sugli operai in depressione
I professionisti della società Piazza del Lavoro Torino, che si occupa di riqualificazione del personale per realtà industriali, per conto di Blutec stanno curando le attività di formazione per reimpiegare gli ex metalmeccanici del Lingotto. I 20 psicologi hanno rappresentato una faro nel buio per gli operai, sono stati i testimoni del dramma sociale di un interno comprensorio e del senso di inutilità sperimentato da chi, rimasto senza un lavoro, s’è sentito privato della propria dignità e ha vissuto un incubo in un pezzo di Sicilia dove, per 40 anni, Fiat è stata una certezza, il miracolo industriale. A volere questo genere di professionisti per le attività di formazione e supporto è stata proprio Blutec, la società del gruppo Metec Stola, che ha riaperto i cancelli dello stabilimento facendo rientrare i primi lavoratori in fabbrica.
Tsunami Fiat in Sicilia e il cimitero industriale di Termini Imerese
Dismessi i panni da metalmeccanico, e ripiegate in un cassetto le tute blu, in 20 hanno varcato i cancelli dello stabilimento inquadrati come “impiegati” per disegnare al Pc componenti per auto in 3D. Lo Tsunami Fiat in Sicilia non ha travolto non solo l’economia del territorio, ma a Termini Imerese ha lasciato un vero e proprio cimitero industriale. «C’è stato chi è entrato in depressione, chi si è ammalato, chi ha visto disintegrare le proprie famiglie», dice la psicologa Marta Carta che fa parte dell’equipe di professionisti di Piazza Italia Torino. Una bomba, quella esplosa a Termini Imerese, di cui continuano a deflagrare criticità economiche, drammi familiari, disagio professionale.