Referendum, il ministro Costa: «Se vince il No, il governo cade»

21 Mag 2016 18:29 - di Redazione

“Se non dovesse passare il referendum, credo che il governo cadrebbe”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Enrico Costa, entrando nel dibattito sul referendum di ottobre. “Mi pare – ha aggiunto – che Renzi e il governo abbiano avuto la missione di riformare il Paese”. “Sono convinto che la vittoria del “No”, al di là del merito, sarebbe la dichiarazione che il nostro Paese non è riformabile. Questa è la chiave di lettura”, ha assicurato.

Renzi evoca gli “inciucisti”

Il dibattito sul referendum sta entrando nel vivo. Oggi è nuovamente intervenuto il premier. “Se c’è il partito che vince quel partito governa” ma, secondo Renzi, se non passerà la riforma “accadrà il paradiso terrestre degli inciuci. Accadrà come è già accaduto e io ne sono la dimostrazione”. “Io – ha spiegato Renzi – sono diventato presidente del Consiglio sulla base di un incarico dato dal presidente della Repubblica come prevede la Costituzione, ma sulla base di un accordo parlamentare perché nel sistema di oggi è il Parlamento il luogo in cui si formano le maggioranze”. “Se non c’è una maggioranza – aggiunge – ci vuole per forza l’accordo in Parlamento. Così diventa ‘Votate per chi vi pare, tanto poi l’inciucio lo fanno a Roma’. Se la riforma non passa, il potere passa totalmente nella mano degli inciucisti”.

Referendum, Brunetta: «Preferisco CasaPound a Casa Boschi»

“Preferisco CasaPound a Casa Boschi”: lo ha ripetuto più volte, tra le ovazioni dei presenti in piazza a Bergamo, Renato Brunetta durante un comizio oggi pomeriggio. “Il governo Renzi è travolto da mille scandali – ha aggiunto – ed è tenuto a galla dai poteri forti e dai giornali che non parlano dei suoi flop. Tranquillizzava Letta e tre giorni dopo lo ha fatto fuori. Renzi ha vinto le primarie taroccate: in Italia il potere di governare è in mano a uno che l’ha conquistato in modo illegittimo”. “Non fa le riforme per il Paese – ha aggiunto Brunetta – ma per il suo regime personale, benché sia ormai una macchietta internazionale. Sta occupando il nostro Paese mettendo suoi uomini in tutti i posti, pubblici o privati, uomini come De Benedetti o Marchionne che nemmeno pagano le tasse in Italia”.

Trentunio esponenti Pd per il No

Trentuno esponenti del Pd pavese hanno annunciato oggi il loro  No in vista del referendum costituzionale. A schierarsi contro la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi sono stati, tra gli altri, anche l’ex consigliere regionale Carlo Porcari, l’ex sindaco di Vigevano (Pavia) Valerio Bonecchi, il segretario provinciale della Camera del Lavoro Renato Losio e, insieme a lui, altri rappresentanti della Cgil di Pavia. Nel documento firmato dai 31 rappresentanti del Pd, si sottolineano (in merito alla riforma) “l’insoddisfacente ruolo, composizione e funzione del nuovo Senato”. Inoltre è considerato “un grave errore l’afflato centralistico che percorre molti punti della riforma”. Per i 31 esponenti del Pd “l’eccessiva concentrazione dei poteri” finirà per “esautorare i cittadini” con una “subalternità del Parlamento verso il Governo”.

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