Occhio al parcheggio in doppia fila. E’ reato di violenza privata
Rischia una condanna per violenza privata l’automobilista che parcheggia l’auto in modo tale da ostruire l’unica via che consente il passaggio di un’altra autovettura per entrate e uscire da casa o dal parcheggio. Lo ribadisce a chiare lettere Studio Cataldi, sito di diritto che fa riferimento a una sentenza della Corte d’appello di Palermo del febbraio 2016. “Il reato ex art. 610 c.p. – scrivono – si realizza in presenza di qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente l’offeso della libertà di determinazione e di azione”. In pratica cavarsela con una multa non sempre è possibile se si configura un reato contro la persona e si sconfina nella sfera penale.
Un principio già sostenuto più volte dalla Cassazione, scrive lo Studio Cataldi, ad esempio nella sentenza n. 48346/2015: in quel caso la Suprema Corte ha evidenziato che integra violenza privata il parcheggio “selvaggio” dell’autovettura che, impedendo di fatto ogni passaggio, aveva reso alla parte offesa difficoltoso o del tutto impossibile spostare il proprio veicolo. Stessa sorte è toccata a chi ha parcheggiato in modo tale da bloccare l’unico accesso a un fondo altrui, oppure ad automobilisti il cui mezzo, posizionato nel cortile condominiale, ha impedito l’uscita degli altri veicoli.