Marchini: “Bisogna ridurre le tasse e rimettere i soldi in tasca ai romani”

15 Mag 2016 8:12 - di Redazione

Alfio Marchini parte dall’economia: «Bisogna ridare speranza a questa città dove benessere, solidarietà, sicurezza e decoro devono rappresentare un unicum». Parla il candidato civico: «Abolirò le gare al massimo ribasso, hanno provocato corruzione, scarsa qualità dei servizi e macelleria sociale». Alfio Marchini, l’economia a Roma boccheggia e voi candidati parlate sempre d’altro. Non è assurdo? «Non mi sorprende che si cerchi di evadere questo tema. Nel 2016, c’è ancora chi descrive la naturale aspirazione a ricchez za e benessere come un colpa da nascondere. Bisogna ridare speranza a questa città dove benessere, solidarietà, sicurezza e decoro devono rappresentare un unicum su cui costruire il futuro dei nostri figli. E tutto inizia dal lavoro», si legge su “Il Messaggero“.

Alfio Marchini: «Un patto per Roma lavoratori-imprese»

Perciò ha avanzato la proposta, contestata, sul salario minimo a 1500 euro? «Guardi che perfino la Meloni, in queste ore, mi ha dato ragione su questa idea. Dopo che Giachetti ci ha copiato sulla proposta del cosiddetto sindaco della notte. Bene così. Io dico che bisogna ripartire dal lavoro. Oggi vivere a Roma con stipendi da 1100-1200 euro, quando si ha una famiglia da mantenere, è impossibile. Nella amministrazione pubblica dobbiamo esigere onesta ed efficienza ma anche garantire dignità a chi lavora». Sempre a parlare del pubblico, ma nel privato? «Ai dipendenti pubblici dico: attenzione siamo alla vigilia di una guerra tra lavoratori pubblici, sicuramente più garantiti, e quelli privati che hanno perso il lavoro o conosciuto la cassa integrazione. Da sindaco abolirò le gare al massimo ribasso e lì dove ciò non fosse possibile escluderò dai criteri di aggiudicazione l’incidenza del costo del lavoro. Di più: verranno premiate le aziende che investono in formazione e per alcuni servizi si dovranno usare solo lavoratori residenti a Roma».

Marchini: “Bisogna ridurre le tasse e rimettere i soldi in tasca ai romani”

Non la accuseranno di favorire il mondo delle imprese da cui lei proviene? «Le gare al massimo ribasso hanno fallito il loro scopo: corruzione ai massimi livelli, costi alti, bassa qualità dei servizi, competizione al ribasso delle aziende e nei settori “people intensive” come nel caso dei call center – una vera e propria macelleria sociale». Lei che si è appena alleato con Berlusconi fa questa proposta che è di sinistra. Deve riequilibrare? «Non so se questa proposta è di destra o di sinistra, liberale o liberista, marxista o marxiana. Di sicuro non è marziana. Rientra in un discorso concreto, che è quello che interessa ai cittadini. Bisogna ridurre le tasse e rimettere i soldi in tasca ai romani. Le imprese devono creare ricchezza e tornare ad investire sul personale e noi creeremo le condizioni affinchè ciò avvenga». Non è demagógica la sua proposta di stipendio a 1.500 euro al mese per tutti i dipendenti comunali che non sempre brillano per efficienza ? «Parliamo di un numero limitato ed è fattibilissima. Ci sono le condizioni per attuarlo nel rispetto dei contratti e fondi per farlo. Parliamo di circa 50 milioni su un bilancio di 5 miliardi. La gente, come le dicevo, deve tornare nella possibilità di spendere. I negozi chiudono, l’edilizia è ferma. Nessuno più firma nulla. Una città paralizzata che sta morendo».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *