Livia Turco già si sente “missionaria” nella Roma massacrata dal suo partito
La stagione della rottamazione? Finita, superata, archiviata. Ricordate quando andava di moda lo stile ladylike di Alessandra Moretti, che andava dall’estetista invece che nelle sezioni? Bè, scordatevelo. Roberto Giachetti a Roma inaugura la stagione del riciclaggio e schiera nella sua giunta che verrà (se verrà…) l’ex ministro Livia Turco. Di lei si era parlato l’ultima volta tre anni fa, per le polemiche seguite al fatto che lei – non più rieletta – era stata assunta come funzionario dal Pd. Ora Giachetti la rilancia come “nome forte” della sua squadra. Un’operazione fatta per strappare qualche consenso alla sinistra-sinistra di Stefano Fassina. I riciclaggi in genere non portano bene: Nicola Zingaretti ad esempio ha fatto assessore alla Cultura Lidia Ravera. Nome noto, interviste sui giornali, grandi dichiarazioni di intenti, ma di fatti se ne sono visti pochini…
In ogni caso Livia Turco si sente già investita da una missione di portata planetaria. Intervistata da Repubblica non trattiene il suo dilagante entusiasmo: “Io e Roberto ci conosciamo da anni, lo stimo, ho molto apprezzato il suo lavoro parlamentare: la competenza, il rigore e anche l’umanità. Quando sono uscita, è stato uno dei pochi che mi ha ringraziato e mi ha regalato un suo libretto di poesie…”. E ancora: “Io ho il sociale nel cuore, lui lo sa. Mi sono commossa”. Ma il vero obiettivo non sono le politiche sociali. Turco deve darsi da fare per recuperare Fassina e far tornare a Roma la sinistra unita. Ci riuscirà?