Gay, Renzi schiaffeggia la Chiesa: «Ho giurato sulla Carta, non sul Vangelo»
Se la poteva proprio risparmarmia, Renzi, questa battuta dallo stantio sapopore laicista. «L’atteggiamento negativo di parte della gerarchia e di parte del mondo cattolico era ovviamente atteso. Io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. Ma ho rispetto di tutti e conoscendo il mio mondo sapevo che le polemiche ci sarebbero state. È assolutamente rispettabile che ci sia chi non è d’accordo». Nel giorno in cui, la comunità gay è in festa per la “conquista civile” arriunga con la legge sulle Unioni civili, Renzi vellica la pancia della galassia laicista e Lgbt atteggiandosi a “mangiapreti” e a campione della lotta alla Chiesa. Il premier vuole evidentemente recuperare consensi a sinistra, dopo i rovesci d’immagine subiti in questo periodo. In questa spasmodica ricerca di consensi a sinistra, Renzi non manca di tendere un ramoscello d’ulivo alla magistratura: « Io mi fido dei giudici italiani, i giudici possono dire la loro su tutto non solo sulla riforma ma credo che il punto chiave del rapporto politica-giustizia sia di arrivare finalmente ad un limite che è stato superato in passato, più per responsabilità della politica, cioè di considerare l’avviso di garanzia una sentenza».
Certo è che l’universo dei cattolici militanti ha preso molto male la legge sulle unioni civili imposta da Renzi a colpi di fiducia. E dal Family Day è partito l’avvertimento in vista del referendum di ottobre: «Ce ne ricorderemo al momento del voto». Renzi fa il gradasso e così risponde al Family Day: «Il collegamento con il referendum costituzionale lo trovo un po’ forzato. Dire ‘gliela facciamo pagare al referendum di ottobre’ è una cosa un po’ strana ma assolutamente rispettabile». Fa il gradasso, Renzi, ma intanto la schiera dei suoi oppositori cresce di giorno in giorno. E non basteranno certo le truppe cammellate-arcobaleno a salvargli il posto.