Basta con le brutte periferie: ecco l’architettura a misura d’uomo

26 Mag 2016 8:32 - di Redazione

Tutta la Biennale di Venezia è percorsa dalla necessità di affrontare le tante crisi del mondo con slancio positivo, senza temere apocalissi, superando le paure di chi vuole solo difendere il proprio incerto benessere. E di risolverle con una architettura che si fa sempre più sociale, più parsimoniosa, che supera le archistar e scansa le grandi imprese di costruzione e i loro foschi intrecci politici, che viene anche da Paesi che subiscono forti disuguaglianze e povertà, come il Cile e il Vietnam, il Bangladesh e il Burkina Faso, il Paraguay e lo Sri Lanka, si legge su “la Repubblica“.

La Biennale di Venezia vuole riscrivere l’Architettura

La sapienza del presidente della Biennale Paolo Baratta gli ha fatto affidare l’attuale mostra a un architetto cileno e che in Cile lavora. Non ancora cinquantenne, sottile, scattante, con i capelli grigi ritti in testa molto punk, più seducente di Ryan Gosling: non c’è signora che non se ne innamori teoricamente, in quanto lui è accompagnato da una bella moglie brasiliana e due piccini. Alejandro Aravena, dopo essere stato nominato da Baratta, ha vinto il più prestigioso dei riconoscimenti internazionali di architettura, il premio Pritzker 2016. Il titolo che ha dato alla sua Biennale è molto suggestivo. Reporting from the front, una ricognizione dei drammi irrisolti che l’umanità deve affrontare e che l’architettura si sta impegnando ad alleviare, o perlomeno a immaginare di farlo. Aravena li elenca: disuguaglianza, sostenibilità, sicurezza, segregazione, traffico, inquinamento, spreco, migrazione, calamità naturali, casualità, periferie e carenza di alloggi.

Architettura è ridare bellezza al brutto che ha arricchito i palazzinari

Occupare sempre meno nuovo terreno, ricuperare il degradato, ridare bellezza al brutto che ha arricchito i palazzinari, intrecciare il contemporaneo con û vecchio. Il padiglione americano mostra come nella parte abbandonata e in rovina di Detroit, dopo la crisi automobilistica, si progetti di ricuperare fabbriche come la Packard per renderle abitabili con tutte le necessità di una buona condizione di vita: una parte, su richiesta dal presidente Obama, dovrebbe essere riservata a 68mila profughi siriani, ma il governatore del Michigan per ora rifiuta. Ci sono città infinite che continueranno ad espandersi dividendo sempre di più le classi, i privilegi, la qualità della vita (Shanghai, 24.387.272, Sao Paulo, 19.609,222, Los Angeles 15.138.973).

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