La Merkel si piega: «Processate quel comico, ha osato fare satira su Erdogan»
Il governo tedesco ha deciso di concedere l’autorizzazione al procedimento penale contro il comico della Zdf Jan Boehmermann per la poesia “satirica” sul presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Lo ha detto Angela Merkel in una dichiarazione ufficiale alla cancelleria. Hanno preso parte alla decisione, oltre alla cancelliera, il vice-cancelliere Sigmar Gabriel e i ministri di Esteri, Interno e Giustizia. La cancelliera si è riferita al paragrafo 103 del codice penale tedesco che prevede, in caso di denuncia di un capo di Stato estero per offese ricevute, la necessità di autorizzazione a un procedimento penale da parte del governo. La cancelliera ha aggiunto che il governo abolirà il paragrafo 103 del codice penale. Ha poi aggiunto che, in uno Stato di diritto, non tocca al governo vagliare tra diritto della persona e libertà di opinione e di espressione artistica ma alla procura e ai tribunali. L’autorizzazione del governo non significa alcun giudizio preventivo, ha sottolineato la cancelliera. Merkel ha ammesso divergenze di opinione tra i ministri che hanno partecipato alla decisione. Secondo indiscrezioni di stampa, soprattutto il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier avrebbe espresso dubbi sull’autorizzazione. Boehmermann ha utilizzato frasi molto pesanti nei confronti del presidente turco, tanto che è stato individuato il reato di vilipendio a un capo di Stato estero.
Polemica furibonda sul diritto di satira
Una lettera aperta in solidarietà con il comico, che qualche giorno fa è stato querelato dal presidente turco per diffamazione, è stata firmata da numerosi artisti tedeschi e pubblicata sulla Zeit. Nella lettera, i firmatari chiedono che le indagini sul moderatore della Zdf vengano immediatamente archiviate. «La discussione e le critiche a Jan Boehmermann per i suoi versi satirici verso Erdogan appartengono al dibattito culturale e non a un’aula del tribunale di Magonza», scrivono gli artisti, tra cui famosi attori e musicisti tedeschi e concludono: «L’arte non può prodursi se gli artisti devono temere che le loro opere possono condurre a una denuncia o essere censurate». Ma in ogni caso un dubbio fa ribollire l’animo dei tedeschi in questi giorni: il presidente turco Erdogan può davvero censurare la satira in Germania? Oliver Welke, uno dei più famosi ed accreditati giornalisti e presentatori della Zdf, il secondo canale della tv pubblica, se l’è presa esplicitamente con la cancelliera. È colpa di Angela Merkel se Jan Boehmermann è finito sulla graticola, per i versi satirici recitati proprio alla Zdf che colpivano il presidente turco. Esplode, insomma, per la leader di ferro alle prese con spinosissime trattative con mezza Europa, uno sorta di Satiragate. Il caso delle rime su Erdogan lievita giorno dopo giorno: dopo che il presidente turco in persona ha sporto denuncia alla Procura di Magonza – che peraltro aveva già aperto una inchiesta sulla base di altre iniziative analoghe – contro il moderatore 35enne, si è saputo che a questo punto è addirittura sotto protezione. La polizia tedesca è appostata davanti alla sua abitazione, a Colonia, per tutelarlo da eventuali pericoli. Intanto la cancelliera, sollecitata sul fatto, ha garantito che la libertà di stampa non è in discussione. Neppure nelle settimane del decisivo accordo con la Turchia sui profughi, che secondo l’accusa di molti, è chiaramente all’ origine di un atteggiamento troppo conciliante con Ankara. In realtà qualche dubbio sulla sorte di Boehmermann si pone: stando al paragrafo 103 del codice penale il comico rischia fino a tre anni di carcere: se un giudice individuasse nella sua poesia una offesa a un rappresentante di un altro Stato. E tutto questo proprio mentre l’aiuto di Ankara è decisivo per far fronte all’emergenza profughi.