Scandalo pedofilia in Austalia: il Cardinale Pell sotto torchio per 18 ore

2 Mar 2016 17:44 - di Redazione

Lo scandalo pedofilia scuote l’Australia. E mette in ambasce la Chiesa. Che adesso valuta se e quando incontrare le 14 vittime di abusi sessuali che hanno scritto una lettera al Papa. Monsignor George Pell, uno dei porporati più vicini a Papa Francesco, è da ore sotto torchio.  Tutto è cominciato con la sua mano sulla Bibbia e il giuramento di dire la verità. Da lì un fuoco di fila di domande, un vero e proprio ‘interrogatorio’, più che una deposizione. E’ il caso che in queste ore tiene attaccati agli schermi media e associazioni di tutela dei minori di mezzo mondo: uno dei più importanti uomini del Vaticano, il cardinale George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia, sta dicendo le sue verità sullo scandalo della pedofilia del clero che nei decenni scorsi investì l’Australia, quando lui ricopriva la carica di vescovo in diverse diocesi del Paese. Diciotto le ore di confronto che si è fatto via via più serrato. Del resto lo scandalo pedoflia è la notizia delle notizie. Un interrogatorio via etere – quello della Royal Commission australiana al porporato – che però non toglie nulla ai ritmi serrati delle domande, alle richieste di particolari, dettagli. Domande e risposte brevi, in stile anglosassone. Già alcune centinaia le pagine trascritte. E nessuna indulgenza rispetto a risposte vaghe. Non si può chiamarlo tecnicamente ‘processo’ questa lunga ‘confessione’ tra Roma e Sidney, con orari difficili per il cardinale che comunque ha quasi 75 anni e dichiara problemi di salute, ma nelle modalità ci si avvicina molto. E le reazioni delle vittime, dislocate tra Roma e i collegamenti video nelle varie città dell’Australia coinvolte nello scaldalo pedofilia, sono all’unisono, nonostante gli oltre 16mila chilometri che dividono Pell, a Roma, e la Commissione che lo interroga, a Sidney. Come il sussulto alle sue parole, tra mormorii e fischi, quando il Cardinale Pell dice sul caso del prete pedofilo seriale, Gerald Ridsdale, che ha sulla coscienza 54 bambini violati: “Per me non era una storia di grande interesse”. Un confronto che non fa sconti su niente. E allora la Commissione parlando con il cardinale snocciola i particolari, anche i più scabrosi, come le violenze commesse contro animali davanti agli stessi bambini, le nuotate del prete nudo insieme agli studenti, le bare, i bagni dei piccoli senza privacy, le violenze sessuali e quelle psicologiche. Una fabbrica degli ‘orrori’ che si è perpetrata per decenni. Per questo lo scandalo pedofilia rischia di terremotare la Chiesa australiana. E anche al più breve silenzio, mentre il cardinale cerca i ricordi o le parole da dire, o semplicemente il collegamento via-video rallenta, dall’altra parte dell’etere c’è qualcuno che lo incalza: “Can you hear me, Cardinal? Can you hear me?“, “Mi sente, Cardinale? Mi sente?“.

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