Per il calcio un’inchiesta che spara a raffica. Su Banca Etruria tutto a rilento
Una distrazione di massa. Distratti dal calcio lo siamo sempre. Anche dal calcio marcio. O dalla fuffa che l’accompagna. Una distrazione di massa quasi connaturata. Così ci risiamo: eccola l’ennesima inchiesta. Di primo mattino. Ancora il pallone nel mirino. Procuratori, calciatori, dirigenti, squadre: di tutto, di più. La Guardia di Finanza mandata nelle sedi delle società di serie A e B. Contratti passati al setaccio. E fatture. E acquisizioni. E compravendita di calciatori, famosi e non. E percentuali per i procuratori. E risparmi fiscali per le società. Evasioni per qualche milione di euro. Dicono. O, forse, elusioni. Per adesso, tutto è presunto. Ma è molto, molto succoso. Perché di mezzo ci vanno tanti, se non tutti. Così leggiamo e aspettiamo. Come sempre, è la grancassa dei media ad irrompere nella nostra quotidianità. Cosicché il bar dello sport si popola subito di dubbi e di certezze. Vero, verosimile o fuffa: se sono colori avversi, la colpa è sicura. E se sono i nostri colori allora è la solita congiura. Non se ne esce. Tutto già visto. Più e più volte. Anche la Procura di Napoli che indaga non è una novità. Perché c’avranno argomenti e notizie di reato da verificare tra le mani. Ma, intanto, un’aura di cupa colpevolezza pervade le cronache. E ci si ritrova colpevolmente distratti. Distratti rispetto a tutto il resto. Da ipotesi e sviluppi. E dalle probabili colpe. Calcio marcio a tutto spiano. Dall’alba al tramonto. Perché il calcio è tanta parte della nostra vita. E perciò è importante. Tanto importante da diventare “la notizia“. Così aumenta la sete di sapere su quel giocatore o quella squadra. E mentre si legge o s’ascolta avidamente, qualche sospetto si presenta. Come quando s’apprende che all’ex presidente della Sampdoria, il petroliere Edoardo Garrone, titolare della ERG, la Gdf avrebbe sequestrato beni per 16mila euro (sedicimila, avete letto bene). La perplessità bussa alla mente. Scherzo non è. Anche se De Laurentiis, patron del Napoli capolista e altro indagato, dice subito che è solo fuffa. Il sospetto di una sorta di distrazione di massa, cresce. Cresce e si consolida. Se solo si pensa, ad esempio, a Banca Etruria.