Banche, per salvare la faccia Renzi ricorre a Cantone. Gestirà gli arbitrati

17 Dic 2015 16:00 - di Silvano Moffa

Raffaele Cantone è persona certamente al disopra di ogni sospetto. Professionalmente inattaccabile. Rigoroso e preparato, attento custode della legalità, è in grado, come pochi, di scovare tra le righe dei capitolati furbizie, raggiri, inganni negli appalti, nei contratti d’opera, nelle commesse e in quant’altro fa parte delle ordinarie incombenze delle amministrazioni pubbliche. Non è un caso che sia il titolare dell’Anac, l’agenzia di contrasto alla corruzione. Ciò premesso, da un po’ di tempo il suo nome viene proposto da Renzi ogni qualvolta il tema della trasparenza entra in ballo. Così, anche per gestire gli arbitrati per gli obbligazionisti secondari truffati dal crac delle quattro banche (Banca delle Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara, CarChieti e Popolare dell’Etruria), il premier vuole ricorrere a Raffaele Cantone. Una mossa a sorpresa che, in verità, ha il sapore di una ennesima spettacolare trovata propagandistica . Senza nulla togliere a Cantone, il cui ufficio rischia però di ingolfarsi per sovraccarico di lavoro, l’uscita di Renzi, invece di valorizzare il lavoro non certo semplice del presidente dell’Anac, finisce con il trattare l’organismo e il suo titolare come una sorta di foglia di fico. Cantone rischia di diventare il passe-partout della purezza immacolata del capo del governo, la chiave per chiamarsi fuori da ogni responsabilità nella soluzione di problemi complessi e poco edificanti, quali certamente sono quelli che riguardano i malcapitati sottoscrittori di obbligazioni fasulle. La Consob, domandiamo, che ci sta a fare? L’arbitrato in questo ambito è materia che attiene alle sue competenze d’istituto. Idem, per la Banca d’Italia. Direte: ma sono gli enti di vigilanza che non hanno vigilato nel caso di specie. Giusto. Il Governo, però, ha fatto di peggio. Pur di salvare capra e cavoli, e non far fallire le banche, ha emanato il decreto ammazza-risparmiatori. Scagliare il sasso contro le  opposizioni che insistono su questa nota dolente e poi nascondersi dietro il nome di Cantone per salvare la faccia, non ci sembra una raffinata astuzia cui è ricorso il Bullo di Firenze. Non aveva detto il ministro dell’Economia, Padoan, che Consob e Bankitalia hanno fatto il loro dovere, e non hanno colpe da farsi perdonare? Ecco il punto. Evocando Cantone,  Matteo Renzi finisce con lo sconfessare il suo ministro. Non vi pare?

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *