Allarmi bomba, è psicosi. Chiuse le metro di Roma e Milano

19 Nov 2015 18:50 - di Paolo Lami

E’ psicosi bomba oramai. E anche una busta della spazzatura da cui spunta un narghilè può diventare un probabile ordigno. Scatta così, per la seconda volta nella giornata, la chiusura della metro capitolina in una giornata che ha messo seriamente a dura prova i già scossi nervi dei pendolari romani. Era già accaduto a metà mattina quando un pacco sospetto segnalato alla stazione Lepanto della metropolitana di Roma aveva costretto gli artificieri a una corsa contro il tempo per verificare il contenuto del sacchetto di plastica. Il tratto della linea A tra Termini e Ottaviano era stato chiusa per sicurezza mettendo in crisi buona parte del traffico romano in una zona, a ridosso del Vaticano, ad altissima percentuale di turisti. Tutti i passeggeri sono stati evacuati in grande fretta  da tutte le stazioni della metro A, nella tratta compresa tra Termini e Ottaviano che, poi, è quella più vicina a San Pietro ed è normalmente utilizzata dai fedeli che vogliano raggiungere la Basilica di San Pietro. L’allarme e la conseguente chiusura del tratto della metropolitana hanno iniziato presto a creare notevoli disagi a romani e turisti, rimasti a piedi, questa volta, non per un guasto o uno sciopero. Mezz’ora dopo, attorno alle 12 e 30, le stazioni sono state riaperte. I controlli hanno poi rivelato che c’era un pezzo di un narghilè – strumento orientale per fumare – nel sacchetto dell’immondizia abbandonato che ha fatto scattare l’allarme bomba alla stazione Lepanto.
All’abbandono della parte di narghilè nella busta non viene attribuito dagli investigatori alcun significato simbolico in relazione all’allerta terrorismo dopo gli attentati di Parigi.
«Durante il servizio di vigilanza i militari hanno trovato un pacco sospetto e abbandonato. Abbiamo avvertito le forze dell’ordine e queste sono intervenute», spiega il tenente colonnello Gianluca Caselli.
«Ci sono stati attimi di confusione – racconta l’edicolante su viale Giulio Cesare – Hanno fatto uscire tutti fuori dalla metro. Tutto è durato circa mezz’ora». Ma nonostante l’allarme bomba si fosse rivelato inesistente diversi, tra romani e turisti, a quel punto, si fermavano davanti l’ingresso della metro. Scrutavano all’interno e si guardavano attorno – l’area è ancora presidiata da militari e forze dell’ordine. Qualcuno entrava, altri, invece giravano le spalle e vanno via. «Forse oggi è meglio prendere l’autobus», è stato il commento di più di uno.
Verso le 16 e 30 il nuovo allarme bomba, stavolta sulla linea C, alla stazione di Torre Gaia, in periferia, per la presenza di due borse sospette, di cui una era una borsa frigo. Sul posto si sono precipitati gli artificieri ed è stato interrotto il tratto tra le stazioni di Torrenova e Grotte Celoni tanto che l’Atac ha predisposto bus sostitutivi. Poi si è scoperto che una bambina aveva effettivamente dimenticato due borse frigo sulla banchina. L’intera linea C della metro è stata quindi riattivata.
Un’ora dopo il terzo allarme bomba, di nuovo sulla linea A ma, stavolta, per un pacco sospetto trovato nel vagone di un treno alla stazione Cornelia della linea A. Il servizio è nuovamente sospeso tra le stazioni Battistini e Ottaviano. Il pacco sospetto che si è rivelato poi essere una borsa con alcuni alimenti e il servizio è stato poi ripristinato.
Un’ora dopo l’allarme è scattato a Milano: un pacco sospetto ha mandato in tilt il traffico sulla linea 3 della metro di Milano e la fermata Duomo è stata evacuata.

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