Volkswagen, il nuovo Ceo è il numero 1 della Porsche: «Disastro morale e politico»
Il consiglio di amministrazione di Volkswagen ha nominato l’ex numero uno di Porsche, Matthias Mueller, nuovo Ceo dopo l’addio di Martin Winterkorn. Questo il messaggio che la Wolkswagen affida al suo nuovo capo: «Disastro morale e politico. Faremo tutto per riconquistare fiducia passo dopo passo”. Queste le prime parole del nuovo Ceo del gruppo tedesco: “Volkswagen ha di fronte una sfida senza precedenti ma possiamo superare e supereremo questa crisi”. Mueller sottolinea come la Wolkswagen “sarà all’altezza delle proprie responsabilità”. Nel frattempo la casa automobilistica ha registrato un nuovo t0nfo in Borsa.
Non sarà comunque facile per la Wolkswagen risalire la cina. Il dieselgate ha messo in serio rischio il valore del brand della casa automibilista di Wolfsburg, che si è già ridotto di diversi miliardi. “All’inizio di quest’anno abbiamo valutato il marchio 31 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 27 miliardi del 2014, ma adesso ci aspettiamo una riduzione di questo asset di circa 10 miliardi”, sottolinea David Haigh, ceo di Brand Finance. La stima che ne deriva non è di poco conto: a Wolfsburg, per tornare ai livelli pre-scandalo, occorreranno tra e i cinque e i dieci anni. Un tsunami che nel recente passato ha investito anche Toyota e General Motors (prima e seconda per valore del marchio) che hanno dovuto affrontare gravi problemi di immagine che le hanno fortemente danneggiate. Grazie ad elevati investimenti in pochi anni sono tornate ai vertici. C’è da dire che gli errori di Toyota – è il ragionamento di Brand Finance – ha portato direttamente e visibilmente a incidenti mortali, mentre le presunte attività illecite di Volkswagen possono rappresentare, con gli opportuni distinguo, una minaccia per la vita ma in modo meno immediato. Due casi diversi dunque con quello di Volkswagen, che secondo Haigh, “è molto più grave perché non si è trattato di un incidente, ma di una scelta deliberata”. Inoltre il costo di richiami e delle multe potrebbe essere molto più significativo di quello di Toyota. A questo si aggiunge il danno di immagine che nei fatti non è calcolabile per un marchio che si identificava con ‘Das auto’ e che ora rischia, con un gioco di parole, di passare allo storia – sottolinea Brand Finance – come Crass auto.