Ospedali, mancano pure le medicine: pazienti in rivolta, «Renzi non sente»

12 Set 2015 11:37 - di Liliana Giobbi

Nei grandi ospedali, a partire dal Policlinico di Roma, in alcuni momenti mancano persino le medicine e viene chiesto ai familiari dei malati di provvedere se – a una determinata ora, dopo la richiesta avanzata dalla struttura – non sono ancora arrivate. Per fortuna dei pazienti ci sono i medici e gli infermieri che fanno di tutto, riescono a procurare medicine e a velocizzare le analisi, altrimenti sarebbe la catastrofe. Il sovraffollamento di alcuni reparti è ormai cronico, così come i malati costretti a stare sulle barelle in attesa di un letto che spesso non giunge mai. Il pronto soccorso è sempre intasato. Ma i tagli continuano, imperterriti, come se filasse tutto liscio. E le Regioni, a partire dal Lazio di Zingaretti, si autoelogiano, «quanto siamo bravi», «stiamo risanando» e tante altre corbellerie del genere.

 Ospedali nel caos, penalizzati i malati cronici

Ma la protesta cresce, dentro e fuori gli ospedali. In primis, si registra la rabbia delle associazioni dei pazienti cronici e rari aderenti a Cittadinanzattiva, che sono pronte alla mobilitazione se continueranno i tagli all’assistenza e provvedimenti come l’aggiornamento dei Lea o la revisione delle esenzioni, che in teoria dovevano essere già in vigore, non verranno attuati. «Non è più possibile accettare politiche di smantellamento del Servizio sanitario pubblico e dei diritti dei pazienti – scrivono le associazioni -. Ne sono esempi il susseguirsi di tagli e i ventilati ulteriori tagli che potrebbero esserci nella legge di stabilità 2016; la proposta di abolire le esenzioni totali per malati cronici e rari; i provvedimenti sulla responsabilità professionale che vogliono invertire l’onere della prova dal medico al cittadino. E ancora, la revisione del prontuario farmaceutico; il penalizzante regolamento Isee, la revisione al ribasso delle percentuali di invalidità civile e la concessione dell’accompagnamento».

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