Immigrato arrestato per stupro. Era giunto a Lampedusa su un gommone

21 Ago 2015 9:07 - di Fulvio Carro

Amministratori del centrodestra all’attacco del governo dopo il nuovo caso di violenza sessuale, vittima una minorenne nel padovano, che vede sotto i riflettori un giovane immigrato. Ad essere arrestato, per aver palpeggiato e baciato a forza una ragazza di 17 anni, è stato un 22enne originario del Mali. Un richiedente asilo, ospitato attualmente in una struttura del vicentino, che in Italia era giunto il 31 maggio scorso con uno dei gommoni approdati a Lampedusa.

 È arrivato a Lampedusa e ha chiesto asilo

Il fatto è avvenuto in un comune dell’hinterland padovano. La giovane, riuscita a divincolarsi dal suo molestatore, è corsa a casa in lacrime e ha detto tutto al padre, che ha chiamato i carabinieri. Dopo poco, in base alle descrizioni della vittima, i militari hanno stretto le manette ai polsi dello straniero. «Uno delle migliaia di fantasmi senza volto né identità che girano liberamente nel Veneto ha colpito», ha attaccato il governatore Luca Zaia. E poco dopo è giunta la dura presa di posizione del sindaco di Padova, Massimo Bitonci, tra i più duri oppositori alla politica dell’accoglienza a tutti coloro che arrivano sulle coste italiane. «Si tratta di un fatto gravissimo – ha detto – il quale fa capire che in casi come questi dovrebbe essere introdotta in Italia, come in alcuni paesi del Nord Europa, la castrazione chimica per chi compie reati di tipo sessuale nei confronti di bambini o minori».

«Ci vuole la castrazione chimica»

I barconi giungono a Lampedusa ed è anarchia. «Purtroppo – ha osservato il presidente Zaia – eravamo stati facili profeti nel lanciare, inascoltati dal governo e dall’intero impero romano, un forte e ripetuto segnale d’allarme rispetto alla possibilità che, nel caos che regna sovrano, si verificassero reati e atti rivoltanti come questo. Questo delinquente i carabinieri l’hanno preso – ha concluso – e ora non resta che buttare le chiavi. Ma siamo di fronte alla prova inconfutabile, non la prima e, temo neppure l’ultima, del fallimento totale e colpevole di un meccanismo di identificazione che fa acqua da tutte le parti, della disfatta organizzativa di un governo privo di autorevolezza internazionale e incapace di gestire la situazione anche a livello interno». Sulla stessa linea Bitonci.«Questa gente – ha sottolineato il sindaco – è pericolosa, come continuo a ripetere da tempo. Non possiamo continuare ad avere nelle nostre strade persone come queste che non sono perfettamente identificate e non hanno uno status di rifugiato politico».

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