Ai domiciliari, non sopporta la moglie e dice ai Cc: «Portatemi in carcere»
A volte l’unico rimedio è il carcere. Soprattutto se ci si trova ai domiciliari, cioè ristretto in casa, con moglie e figli. Il fatto, che somiglia più a una barzelletta, è del tutto vero. Ed è accaduto a Firenze. In breve: agli arresti domiciliari, un uomo ha minacciato di buttarsi dal balcone di casa e di fare del male ai familiari se non lo avessero arrestato e portato in carcere, perché non sopportava più la moglie e i figli. Protagonista dell’episodio, avvenuto nel capoluogo toscano, un quarantenne tunisino. Quando ha scoperto che i militari non avrebbero potuto soddisfare la sua richiesta senza un ordine del giudice, ha dato in escandescenze e alla fine è stato arrestato, come desiderava, ma con l’accusa di minacce a pubblico ufficiale. All’arrivo dei carabinieri l’uomo si è presentato sulla porta di casa con un borsone contenente vestiti ed effetti personali, oltre alla documentazione relativa al suo stato di detenzione, dichiarandosi pronto ad andare in carcere. I militari gli hanno detto che non potevano portarlo in carcere senza un provvedimento del giudice competente, quindi doveva calmarsi e tornare in casa. Ma le loro spiegazioni non sono servite a contenere la sua rabbia. In evidente stato di agitazione, si è confidato coi carabinieri, dicendo di essere sempre nervoso e arrabbiato e di non poter più sopportare la convivenza forzata con moglie e figli. Tanto che ha continuato a minacciare di fare del male alla sua famiglia se non lo avessero portato in carcere. L’uomo ha anche rifiutato l’intervento del 118, che gli era stato prospettato per farlo parlare con un medico, nella speranza che riuscisse a convincerlo. Alla fine, non avendo altri strumenti in mano per risolvere la situazione, i carabinieri si sono consultati col magistrato di turno e lo hanno arrestato per minacce.